Oggi parliamo di un libro insolito, che già non può ricadere nella definizione di “romanzo” in senso stretto. La Casa di Carta – L’Accademia è, infatti, un libro interattivo dove al lettore viene richiesto di portare a termine delle azioni per poter procedere nella lettura.

Faccio una piccola premessa che mi serve anche a fare un po’ di ordine. L’Accademia è il secondo libro ufficiale della serie La Casa di Carta e arriva circa un anno dopo la pubblicazione de L’enigma del Professore. Siamo, quindi, di fronte al tentativo di coniugare le vicende televisive con quelle di un romanzo, in un meccanismo che di solito vede il processo inverso, cioè l’adattamento televisivo o cinematografico di storie che prima hanno vissuto sulla carta. Faccio anche presente che non ho mai visto un minuto della serie televisiva che conosco solo perché da appassionato di comunicazione quale sono, mi sono molto divertito nel seguire le attività di promozione che le gravitano intorno.

La storia comincia con il Professore che, dopo aver portato a termine la più grande rapina di tutti i tempi, torna a palesarsi con l’obiettivo di allargare la sua banda. La selezione che porterà alla scelta dei nuovi membri del team è proprio il punto focale di questo volume della saga.

L’Accademia è un edificio grigio, anonimo, una vecchia fabbrica abbandonata in un luogo indefinito che sembra lontano da tutto. Per arrivarci bisognerà decifrare il primo enigma, una sorta di test di ingresso che permette ai partecipanti di prendere parte alla selezione vera e propria. Intelligenza, rapidità di pensiero, velocità di esecuzione e opportunismo saranno le armi che decreteranno i vincitori delle sfide.

Il lettore sarà chiamato a risolvere una serie di enigmi accompagnando gli sfidanti. Lo schema è semplice: ci sono nove cubi, in ognuno dei quali c’è un rompicapo. Nove sono anche gli sfidanti: chi non riuscirà a risolvere l’enigma verrà automaticamente eliminato cosicché da ogni cubo uscirà sempre una persona in meno rispetto a quelle che sono entrate. Queste eliminazioni progressive decreteranno il vincitore finale.

Nel passare da un cubo all’altro, viene lasciato spazio alla parte romanzata della storia. Vengono approfondite le vicende e le ragioni di ognuno dei 9 sfidanti. Purtroppo, dopo ogni sfida, ne ritroveremo sempre uno in meno.

Ho apprezzato molto questo schema narrativo anche se probabilmente a molti farà storcere il naso. Mi hanno appassionato le storie dei protagonisti anche se avrei preferito fossero meglio approfondite. Finirete inevitabilmente per fare il tifo per l’uno o per l’altro concorrente, ma molte cose (troppe) rimangono nel “non detto”. Qualche pagina di narrativa in più non avrebbe guastato per quei lettori che, come me, sono interessati a saperne di più, alle trame secondarie, alle storie dei singoli protagonisti. La parte narrativa resta comunque il motore dell’interesse che spinge il lettore a proseguire e i margini di approfondimento erano moltissimi, ma probabilmente la scelta di non portarli avanti è stata dettata dall’avere il giusto equilibrio tra la parte narrata e la parte di azione.

Ovviamente i fedelissimi de La casa di Carta potranno coglierne e apprezzarne sfumature che a me sono sfuggite, ma non aver seguito la serie non è un elemento penalizzante. È sicuramente da apprezzare il fatto che anche chi non ha seguito la serie, come il sottoscritto e qualche altra decina di persone, potrà facilmente appassionarsi alle vicende raccontate.

Altro punto a favore è la costruzione dell’intreccio che fa in modo che il volume, pur all’interno di una saga, ha vita anche slegato dagli altri episodi, ma allo stesso tempo mi ha lasciato la curiosità di recuperare il precedente e l’attesa di poter leggere il successivo.

Recensione di Antonio Modola.

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