Donato Carrisi nasce a Martina Franca (TA) nel 1973. Dopo una laurea in giurisprudenza si è specializzato in criminologia e scienza del comportamento, tematiche che lo hanno da sempre affascinato. È regista e giornalista (per il Corriere della Sera) oltre che, ovviamente, un grande maestro del thriller.

I suoi romanzi, tutti pubblicati da Longanesi, sono diventati dei bestseller internazionali e possono essere così suddivisi:

– quelli non inseribili in serialità o cicli come La donna dei fiori di carta (2012), La ragazza nella nebbia (del 2015 dal quale ha tratto il film omonimo con cui ha vinto il David di Donatello), Io sono l’abisso (2020);

– quelli del ciclo di Mila Vasquez tra cui rientrano Il suggeritore (2009), L’ipotesi del male (2013), L’uomo del labirinto (del 2017 da cui ha tratto il film omonimo), Il gioco del suggeritore (2018);

– quelli del ciclo di Marcus e Sandra dove troviamo Il tribunale delle anime (2011), Il cacciatore del buio (2014), Il maestro delle ombre (2016);

– e infine il ciclo dell’ipnotista Pietro Gerber che ha fatto la sua comparsa in La casa delle voci (2019). Ora, fedelissimi del bancone letterario di Thriller Café, recensisco per voi il suo “sequel” (o “gemello” come preferisce definirlo Carrisi) La casa senza ricordi pubblicato il 29 novembre 2021.

Nikolin (detto Nico), un dodicenne di origine albanese, scompare insieme alla madre Mirbana Xhuljeta Laci (detta Mira) in località Mugello. Unica traccia: la loro auto, che probabilmente era stata la loro ultima dimora, ritrovata con portiere e bagagliaio aperti. Otto mesi dopo il bambino viene ritrovato solo e spaventato, ma pulito e ben nutrito, da un’anziana donna, l’allevatrice di cavalli. «Giunse nei pressi di un faggeto dove iniziavano i sentieri che portavano alla gola conosciuta come Valle dell’Inferno… Non sapeva perché ultimamente andasse sempre lì. Avrebbe potuto scegliere altri posti, anche più belli di quello. Ma era diventata quasi un’abitudine, insieme alla sveglia delle 3:47».

Il bambino però non parla e pare non ricordare nulla di quanto sia successo negli ultimi mesi pertanto per scoprire che cosa sia veramente accaduto a lui e alla sua mamma si dovrà ricorrere allo psicologo infantile e ipnotista Pietro Gerber. A quest’ultimo si rivolgevano prevalentemente famiglie con bambini che dovevano superare traumi, disturbi alimentari o di comportamento e che la vita aveva già messo pesantemente alla prova ma loro non possedevano ancora gli strumenti per affrontare le trappole dell’esistenza. Il nostro “addormentatore di bambini” però non ha ancora superato la devastante separazione dalla moglie e l’allontanamento dal figlio Marco e continua tutte le sere a riguardare una videocassetta VHS «Senza volume, perché così faceva meno male. Quarantacinque minuti scarsi di spezzoni. Su quel nastro cerano un paio di compleanni, qualche gita domenicale, le vacanze al mare, anche un Natale.»

Pietro Gerber, da gran professionista qual è, riuscirà ad accantonare, o meglio a rimuovere temporaneamente il proprio dolore per far luce nella mente del piccolo Nico e lo farà grazie alle numerose metodiche di ipnosi.

Ma quando infine Nico sotto ipnosi parlerà Gerber comprende subito che c’è qualcosa di stonato, di incongruente, di non logico: tono autoritario (non tipico di un bambino), frasi incomprensibili, uso della lingua italiana in modo perfetto…

Quale storia sta, in realtà, raccontando Nikolin? Senz’altro, secondo l’addormentatore di bambini, non la sua… e quindi il caso si complicherà ulteriormente fino a intrappolare lo stesso Gerber all’interno di un dedalo di illusioni e inganni…

«La nostra mente è molto più potente della nostra coscienza.» Questa frase, che ritroviamo più volte nel nuovo romanzo di Donato Carrisi, è un po’ il “leit motiv” del ciclo di Pietro Gerber. L’assunto, infatti, che sta alla base dei romanzi su l’ipnotista è proprio che la mente ci domina senza che ce ne accorgiamo e noi non possiamo impedirlo.

Con queste premesse intriganti, ma anche perturbanti si può dire che La casa senza ricordi è un inquietante riflessione sulle potenzialità della mente umana che spesso giunge persino a ingannare se stessa.

«C’è un posto dentro di noi, remoto e sconosciuto. Gli ipnotisti lo chiamano la stanza perduta. Nessuno sa esattamente dove si trovi e come ci si arrivi. È una specie di ripostiglio dove negli anni accantoniamo tutto ciò che non ci piace di noi stessi o le scorie del nostro inconscio.»

Quando parliamo di un thriller a firma Donato Carrisi parliamo di un congegno narrativo perfettamente architettato, di atmosfere azzeccatissime per la loro capacità di creare nei lettori, anche solo con poche pennellate, una sorta di “turbamento” e coinvolgimento e di una scrittura asciutta ed essenziale che riesce a sostenere un ritmo incalzante fino all’ultima riga.

Con la serie di Pietro Gerber il grande scrittore ci fa comprendere come non servano omicidi seriali, intrighi internazionali o situazioni truculente per creare un ottimo thriller. Infatti il mistero della mente umana, del conscio e dell’ inconscio, è talmente affascinante da diventare il protagonista assoluto della storia. E così automaticamente iniziamo anche noi a domandarci: che rapporto abbiamo con la nostra “vera casa” cioè la nostra mente? I nostri ricordi sono sempre veritieri o possono subire condizionamenti interni o manipolazioni esterne?

Sullo sfondo di questo straordinario thriller psicologico c’è una Firenze gotica, dalle atmosfere cupe, che funge da muto testimone e da unica certezza all’interno di una labirintica trama formata da più storie concentriche. Toccherà a noi lettori rimettere a posto le tessere scomposte di più puzzle. Attenzione, però, perché il grande maestro ha creato tessere incastrabili anche in puzzle diversi per cui se sbagliamo gli incastri nulla si disvelerà ai nostri occhi.

In conclusione posso dire che se ogni libro è un viaggio questo è davvero magnetico e seducente perché il grande “affabulatore” è riuscito a creare in me un misto di sconcerto e inquietudine, ma anche una vera e propria “dipendenza” emotiva tale da non riuscire a staccarmi dalla lettura… volevo saperne di più e addentrarmi maggiormente nel limbo della mente per capire fino in fondo come, dove e perché. Ma, come si sa, i libri di Carrisi lasciano sempre qualcosa di irrisolto, una porta chiusa da aprire, un tassello ancora da comprendere proprio per precisa volontà della sua abile penna.

Ti è piaciuto l'articolo? Iscriviti alla newsletter

Inserisci la tua email e riceverai comodamente tutti i nostri aggiornamenti con le novità, le anticipazioni e molto altro.

Compra su Amazon

Sconto di 3,30 EUR
La casa senza ricordi
  • Carrisi, Donato (Autore)

Articolo protocollato da Luisa Ferrero

Mi chiamo Luisa Ferrero, sono nata a Torino e vivo a Torino. Dopo una laurea in Materie Letterarie ho ricoperto il ruolo, per tre anni, di assistente ricercatore presso l’Università degli Studi di Torino e ho poi, successivamente, insegnato nella scuola per oltre trent’anni. Divoro libri di ogni genere anche se ho una predilezione per i gialli, i thriller e i noir. Le altre mie passioni sono: il cinema, il teatro, il mare, la mia gatta e la compagnia degli amici... Di recente mi sono approcciata anche alla scrittura partecipando a numerosi corsi di scrittura creativa. Il mio racconto giallo "Un, due, tre… stella!" è stato inserito nell’antologia crime "Dieci piccoli colpi di lama" - Morellini Editore (luglio 2022) e il mio romanzo d’esordio "Cicatrici", finalista alla quinta edizione del concorso "1 giallo x 1000", è stato pubblicato il 31 marzo 2023 da 0111 Edizioni. Ah, dimenticavo... dal 2016 sono non vedente ma questo, in realtà, non è un problema in quanto per dirla come Antoine de Saint-Exupéry "l’essenziale è invisibile agli occhi".

Luisa Ferrero ha scritto 121 articoli: