Limaccioso e scuro come le acque del Tamigi in prossimità dell’abitazione del titolo, La casa sul fiume è il romanzo d’esordio della scrittrice inglese Penny Hancock, una graditissima new entry al Thriller Cafè.
Titolo: La casa sul fiume
Autore: Penny Hancock
Editore: TimeCrime
Traduttore: Elena De Giorgi
Anno: 2012
Sonia vive quasi sempre sola nella sua casa sul fiume a Greenwich. Il marito Greg lavora all’estero, sua figlia Kit frequenta l’università fuori città e l’anziana madre è ricoverata in una casa di riposo. Le fanno compagnia solo gli sciabordii del Tamigi, i rumori delle chiatte, le rombanti maree, evocando ricordi di un perduto amore giovanile, vissuto proprio sulla riva e nelle acque del Fiume scuro. Quando il nipote quindicenne della sua amica Helen scompare nel nulla, nessuno al mondo può sospettare che il ragazzo sia stato relegato nella stanza della musica dall’irreprensibile Sonia, che lo tratta con ogni premura, assecondandone ogni desiderio. Meno quello di essere lasciato libero.
La casa sul fiume è la narrazione della quiete tra due tempeste: la prima, violentissima, che aveva rotto gli argini delle coscienze familiari, dilavando e corrodendo l’anima di ciascuno dei componenti; la seconda, che cerca di far rivivere la serenità affettiva antecedente a quella catastrofe.
Penny Hancock è decisamente riuscita nell’intento di scrivere un thriller psicologico di rara potenza e dal grande colpo d’ala finale. La sorregge una prosa cadenzata ed efficace. Un esempio su tutti: la meticolosa descrizione delle incombenze quotidiane della protagonista, in massima parte quiete e rutinarie, è concepita abilmente per stridere con le sue azioni violente.
L’unico dettaglio editoriale – diciamo così – che non rende giustizia a questo bel thriller è la traduzione del titolo originale Tideline, linea della marea ovvero il livello della marea. Dopo aver letto il libro, sono certa che mi darete ragione piena: non è la casa in sé che caratterizza la psicologia della protagonista, ma proprio tecnicamente il livello raggiunto troppo in fretta da una marea che in passato aveva portato uno sconvolgimento nella sua vita.
Estendendo poi il concetto all’ambito psicologico, c’è strettissima connessione tra l’azione criminale della protagonista e l’aumentare dei livelli di ansia, sconforto, allerta, insoddisfazione, paura. Qualsiasi piccolo squilibrio nella sua metodica e controllata esistenza concorrerà a farle perdere il controllo, fino al riaffiorare del ricordo più doloroso che, con la potenza di una marea inarrestabile, finirà per travolgere definitivamente la sua fragile mente.
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