La clinica Riposo & Pace di Francesco RecamiSellerio pubblica La clinica Riposo & Pace, secondo romanzo della “serie” di Commedie Nere che Francesco Recami ha cominciato a scrivere dopo la conclusione del ciclo dedicato alla Casa di Ringhiera, che aveva come protagonista principale il compianto Amedeo Consonni.

Quel che appariva già chiaro in Commedia nera n. 1 è ora lampante ne La clinica Riposo & Pace: se già il microverso de la Casa di Ringhiera permetteva all’autore fiorentino una accurata indagine agrodolce su vari aspetti (e bassezze) dell’italiano medio, ora il quadro si è allo stesso tempo espanso, diversificato e incattivito.

Libero da ogni costrizione e in grado di vagare attraverso vari quadri e situazioni teatrali, caratterizzate da un ambiente unico, Francesco Recami può approfondire ancora meglio e impiegare alcuni meccanismi del giallo per arrivare a un effetto di “ridere piangendo”, come ben descrive il sito ufficiale della casa editrice.

E se nel precedente romanzo il target era un rapporto di coppia guasto e malato, ne La clinica Riposo & Pace il bersaglio diventa la vecchiaia e il modo nel quale viene sempre più spesso trattata, sia a livello personale/famigliare che istituzionale. Andiamo a dare uno sguardo ravvicinato alla trama de La clinica Riposo & Pace.

Alfio Pallini è stato ingannato dai suoi stessi parenti e portato in una prigione che non sembra tale dall’estero. L’anziano signore si trova infatti nella clinica Riposo & Pace, un ospizio all’apparenza modello, che sorge nel classico luogo ameno, fra colline ridenti e prati verdi e ben tenuti, con edifici luminosi e puliti e personale ben preparato, gentile e affettuoso. Ma in fondo al parco c’è un edificio un po’ appartato, quasi nascosto, nel quale sia il riposo che la pace sono illusioni sostituite da psicofarmaci, sedativi, sbarre, personale tanto robusto quanto brusco, legacci e controlli.

Alfio, già allarmato, si preoccupa ancora di più quando si accorge che i suoi vicini di letto non durano molto e dopo pochi giorni vengono portati via, coperti da un lenzuolo. Mentre progetta la fuga, l’arzillo vecchietto nasconde i farmaci e comincia a indagare a modo suo, origliando quel che si dicono le infermiere e curiosando i giro. Il tutto mentre cerca in ogni modo di mettersi in contatto con l’unica persona di cui si fidi, il suo badante.

Ma presto medici e infermieri cominciano ad accorgersi di trovarsi di fronte a un paziente reattivo, che probabilmente ha scoperto fin troppo di quel che accade in quella porzione di clinica, e decidono di agire in modo deciso e risoluto…

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Articolo protocollato da Elvezio Sciallis

Elvezio Sciallis è stato uno dei più attenti e profondi conoscitori di narrativa e cinema di genere horror. Ha collaborato per molti anni con La Tela Nera e con Thriller Café prima della sua tragica scomparsa nel maggio 2019.

Elvezio Sciallis ha scritto 243 articoli: