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Accogliamo con piacere al bancone del Thriller Café Carlo K. Bare e presentiamo il suo thriller La comunione con il Diavolo, edito dalle Edizioni Il molo e premiato al Giallo Festival di Bologna, edizione 2020, nella sezione “Miglior trama“.
Luca Catena è sacerdote da tre mesi ed è già in crisi vocazionale. Dall’affascinante e notoriamente esoterica Torino, è arrivato a Roma, nella parrocchia di Santa Maria della borgata a Trastevere, con funzione di viceparroco. La sua già non salda vocazione vacilla pericolosamente quando si ritrova nel mezzo di strani delitti di chiara matrice diabolica: due omicidi strettamente legati alla parrocchia gettano ombre pesanti su un luogo di per sé non immacolato. Se già non fossero bastate le voci che vedevano la parrocchia come teatro di episodi di pedofilia, dieci anni prima il luogo era stato funestato dalla scomparsa di Nicolino, un bambino ospite dell’orfanotrofio adiacente. Che questi crimini siano collegati? Oppure – pensa Don Luca – precedono l’arrivo dell’Anticristo, come profetizza il Libro della Rivelazione? Ombre pesanti, di fanatismo, sette e strani riti appestano un luogo che, sempre più, appare maledetto.
Oltre a Don Luca, ad indagare su questi sordidi episodi ci sono altri due uomini: il commissario Mauro Iaccolino del commissariato Trastevere Primo di Roma e un investigatore privato sui generis, Giangi Sgringi, principalmente dedito all’alcool e alle dolci compagnie femminili. Anche la Curia romana, comunque, non starà a guardare… Cosa – o chi – ci sarà dietro questi crimini così truculenti?
L’autore, Carlo K. Bare (Carlo K. Bare | Facebook) nasce ad Assisi nel 1955 ed è un ingegnere elettronico. Ama la lettura e la scrittura alla quale si dedica da tempo: ha cominciato producendo commedie teatrali e negli ultimi quindici anni si è dedicato al genere giallo. Nel 2009 pubblica il suo primo romanzo “Omicidi Infinitesimali” con la casa editrice Nuova Ipsa di Palermo, un giallo all’inglese il cui protagonista è appunto l’informatico della polizia Carlo K. Bare. Nel 2015 esce il suo secondo libro, la raccolta di racconti noir “Le Ombre dopo il delitto” edita dalle edizioni Il Molo. Vengono inoltre pubblicati alcuni suoi racconti su siti specializzati.
La comunione con il Diavolo è il suo ultimo lavoro del quale, per i più curiosi, di seguito riportiamo l’incipit.
“Roma, anno 2016.
Il Diavolo, ineluttabilmente. Tutti gli accadimenti registrati in quell’ultimo mese attorno alla parrocchia di Santa Maria della Borgata, i delitti perpetrati, il sangue versato e il dolore profuso, furono, dalla popolazione del quartiere Trastevere in Roma, universalmente ricondotti a un unico artefice: il Maligno appunto. Vox populi, nel silenzio di un Dio assente, volle ritenere, anche molto tempo dopo la risoluzione dei misteri che avvolsero i fatti, che l’artefice fosse stato lui, Satana appunto, l’Anticristo. Lui a predisporre, architettare e quindi manovrare i fattori umani, misere marionette tra i Suoi artigli dannati, fino alla perdizione delle loro anime. Dovendo per forza di ragione trovare un principio, che invece principio non si rivelò, ma solo uno dei mille gradi transitori di una storia lunga quanto la vita, esso può essere ricondotto alla arcigna mattina del diciassette novembre di quell’anno, quando i pilastri di sabbia su cui erano edificate le poche, ma fondanti certezze di don Luca Catena crollarono di colpo.
Giovedì, 17 novembre – ore 6,30
Luca si svegliò con la certezza che solo le verità celate da troppo tempo offrono: non credeva più. O meglio: non aveva mai veramente creduto e ora lo sapeva. La luce cambiava colore, gli oggetti forma e tutto intorno a lui perdeva significato. Aveva fino a quel momento mentito alla sua famiglia, agli amici, alla Chiesa e alle sue gerarchie, ma anzi tutto a se stesso. L’aveva fatto per comodità, convenienza, insicurezza, perché non sapeva che altro fare della sua vita. O forse solo per ripicca verso un padre troppo autoritario, il quale lo avrebbe voluto avvocato come lui. Ora, che ci faceva lì? Chi doveva ancora ingannare? I parrocchiani che se lo erano visto arrivare da Torino tre mesi prima? Ingannare Iddio no, per fortuna, visto che non esisteva. Lo smarrimento si univa alla delusione di non avere la piena coscienza di sé, del proprio Io. Con fastidio dette uno sguardo intorno alla sua stanza in canonica e si sentì, oltre che inutile, completamente orfano di energia. E di energia ce ne sarebbe voluto un bastimento per alzarsi, preparare se stesso e poi la valigia, salutare tutti e filare diritto in Vicariato a comunicare quella nuova risoluzione. Ancora più di energia, o meglio, risolutezza, nel comunicarlo a casa, a suo padre, trovando parole che non fossero odiosamente commentate con un ‘Io te lo avevo detto’. In sonno gli era comparso nonno Antonio su Borago, il suo cavallo berbero dal mantello baio. Lo aveva scrutato dall’alto con espressione compresa e preoccupata. Aveva quindi scosso il capo e si era voltato tirando le redini per far girare anche la testa del cavallo. No, non ce l’avrebbe fatta a dare alcun annuncio, non quell’oggi. Meglio rimandare al giorno dopo. Avrebbe finto ancora, avrebbe fatto come se nulla fosse e la bugia si sarebbe annullata con la verità rivelata a se stesso, fornendogli una sospensione di altre ventiquattro ore. Per cui si alzò e si predispose a recitare per l’ultima volta la parte del sacerdote Don Luca Catena, vice parroco della basilica di Santa Maria della Borgata in Trastevere”.
Per acquistare il romanzo: https://www.edizioniilmolo.it/giallo/diavolo.
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- Bare, Carlo K. (Autore)