La cripta di Venezia - Matteo Strukul

Matteo Strukul, padovano classe 1973, torna con un nuovo romanzo, La cripta di Venezia, in cui è protagonista Giovanni Antonio Canal, detto Canaletto. Nella Venezia del 1700, tra intrighi di potere e vendette si dipana una storia dai contorni cupi. La tecnica dell’autore mischia fatti storici e fantasia in un mix azzeccato. Da apprezzare sono i riferimenti anche a personaggi storici poco conosciuti, ma che segnarono in maniera indelebile il ‘700 veneziano. Una tra tutte, Giulia Lama, può essere considerata una «Carneade» della storia. Prima donna a studiare il nudo maschile dal vivo, non ebbe la fortuna che la sua arte le avrebbe dovuto conferire e solo molti secoli dopo fu riabilitata. Il fatto che Strukul la menzioni nel suo romanzo è la prova della grande accuratezza storica dell’autore.  

Lo scenario in cui si svolgono i fatti è la Venezia del 1732, una città dove gli intrighi di potere sono all’ordine del giorno. Il Canaletto viene chiamato al capezzale di Alvise III Sebastiano Mocenigo, potentissimo Doge della Serenissima e sesto Doge appartenente all’influente famiglia veneziana, per indagare sulla misteriosa morte di una giovane donna, il cui cadavere, mutilato in modo orribile, è stato rinvenuto nella Chiesa di San Zaccaria. La vittima, Polissena, è una Mocenigo e questo fa sì che il caso susciti preoccupazione per un attacco al potere di Venezia in un momento storico delicato. L’omicidio della giovane Mocenigo richiama alla mente altri delitti brutali avvenuti tre e sette anni prima su cui lo stesso Canaletto aveva indagato e che riconducevano al criminale Olaf Teufel. Per questo il Capitan Grando, capo dei Signori di Notte al Criminal, chiede , su ordine del Doge, al Canaletto e ai suoi tre fidati amici, l’impresario teatrale irlandese Owen McSwiney, il mercante d’arte britannico Joseph Smith e il medico ebreo veneziano Isaac Liebermann.  di indagare e risolvere questo oscuro mistero.  

Con La cripta di Venezia, Strukul riprende tutti i personaggi che i lettori hanno imparato ad apprezzare nelle precedenti avventure. Anche la tormentata relazione tra il Canaletto e Charlotte von der Schulenburg subisce un nuovo scossone, anche se in questo romanzo funge solo da sfondo alla narrazione. C’è però un’altra donna che tormenta il Canaletto e non d’amore. Si tratta di Orsolya Esterházy, una nobile in cerca di una vendetta crudele contro Venezia.

In un susseguirsi di colpi di scena, il Canaletto dovrà cercare di salvare la Serenissima da un oscuro piano e venire a patti anche con il suo tormentato passato.

Strukul dipinge una Venezia decadente e piena di mistero dove già si avvertono i primi segni di decadenza dell’antica gloria, si dipana una storia che non è solo un giallo, ma un perfetto ritratto storico dell’epoca.

La morte del Doge Mocenigo e la festosa cerimonia per la nomina del suo successore, Carlo Ruzzini (il cui regno durerà solo tre anni) è un esempio perfetto della maestria di Strukul nel dipingere l’atmosfera in cui si basa il romanzo.

Anche il finale merita, con un cliffhanger (storico) niente male che fa presagire che ci sarà presto un nuovo episodio della saga del Canaletto.

La Cripta di Venezia è un romanzo consigliato anche a chi non è appassionato di gialli storici perché la scrittura non è pesante e, anzi, risulta piacevole e scorrevole. Proprio come il protagonista del suo romanzo, Strukul adotta una pennellata morbida e incisiva che fa venire voglia di divorare la storia dalla prima all’ultima pagina.  

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Articolo protocollato da Davide Luciani

Appassionato di gialli fin da giovanissimo, mi ci avvicino per «vocazione materna» leggendo tutti i romanzi di Agatha Christie per poi spaziare su tutta la letteratura di questo genere, da quella anglo-americana alla avedese, fino al giallo italiano. Amo le lunghe passeggiate, il mare, le uscite con gli amici e, soprattutto, viaggiare alla ricerca di luoghi e culture diversi per ampliare le mie conoscenze.

Davide Luciani ha scritto 15 articoli:

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