Sud ovest dell’Inghilterra, vicino a Bristol. Al limitare di un bosco, a pochi passi dall’aperta campagna, c’è una casa con una finestra illuminata. All’interno, la sagoma di una donna, in controluce. A completare il quadro, si aggiungono il marito e la figlia adolescente. Da fuori, un uomo osserva la scena con un fucile da caccia in mano; riesce a immaginarsi il profumo della cucina, il calore familiare della stanza, le conversazioni di fine giornata. Fa un respiro profondo, preme il grilletto e colpisce la donna in piena fronte. Lei si accascia sul pavimento. Lui scappa.
A qualche centinaio di chilometri, in Danimarca, Eik Nordstrøm , ora compagno di vita oltre che di lavoro di Louise Rick, scompare.
Dopo Le bambine dimenticate e La foresta assassina, Sara Blædel torna con La donna scomparsa, un nuovo romanzo dedicato alla spigolosa detective, e in questo caso la storia si fa più personale rispetto ai precedenti perché Eik ricompare proprio sulla scena del crimine inglese come indiziato nella morte della donna che un tempo era stata la sua fidanzata, scomparsa durante un viaggio in Italia, e Louise dovrà vivere sentimenti opposti e situazioni sia personali che professionali complesse.
La scelta della Blædel è interessante: sposta parte dell’azione in Inghilterra, e fa luce sul mistero già introdotto in precedenza e che circonda il carismatico Eik, trovando così un equilibrio ben riuscito tra la necessità di espandere il proprio universo narrativo, di raccontare più da vicino le dinamiche che regolano i rapporti di Louise e dei suoi co-protagonisti e di creare una storia poliziesca ben riuscita, dal ritmo veloce e nella quale il lettore si troverà a dubitare proprio di Eik e delle sue motivazioni. Con un certo dispiacere, bisogna ammetterlo, perché – se Louise Rick, con le sue ruvidità e la sua brillantezza di detective, è l’asse portante della serie – Eik conquista da subito l’empatia del lettore proprio il suo fascino un po’ tenebroso, la sua imprevedibilità, le zone d’ombra.
Come nei precedenti romanzi, fa da sfondo alla vicenda poliziesca un tema sociale importante. In questo caso di tratta dei diritti di fine vita e del diritto alla morte dignitosa: la Blædel affronta come sempre con schiettezza l’argomento, riuscendo – attraverso i punti di vista e il ruolo dei singoli personaggi – a raccontare le motivazioni profonde di chi è a favore e di chi è contrario, ma sopratutto mettendo in luce la distanza tra l’ipocrisia della parte politica contraria, la percezione in larga parte favorevole della società danese e le difficoltà di chi si trova a vivere situazioni dolorose. Sarà per la scelta del tema, sarà che l’autrice riesce a raccontarlo con sensibilità e senza retorica, la conclusione della vicenda lascia una sensazione di malinconia, e più che in altri casi una certa comprensione – pur senza condividerle – per le motivazioni dell’omicida.
A smorzare questa sensazioni è la chiusura della storia di Eik, sulla quale il lettore affezionato si lascia andare a un sospiro di sollievo: le ultime pagine aprono nuovi scenari per i nostri protagonisti e questo fa ben sperare per la continuazione di una serie che ormai è una certezza nel panorama giallistico internazionale.
La donna scomparsa si legge con piacere, velocemente, e si chiude il romanzo con qualche spunto di ragionamento serio, la soddisfazione di una buona storia e il piacere di aver conosciuto più da vicino i personaggi che si è imparato ad amare.
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