Appena pubblicato da Piemme e tradotto da Alfredo Colitto, recensiamo oggi al Thriller Café La fiamma nel buio di Michael Connelly.

Con L’ultimo giro della notte del 2018, lo scrittore ha dato vita a Renée Ballard, una detective incredibile sconfitta dal “sistema” ma non doma, intelligente, capace e intuitiva che ho ritrovato con molto piacere in coppia con Bosch in questa nuova produzione di Connelly.

Ma procediamo con ordine: Harry Bosch si sta riprendendo a piccoli passi dall’operazione subita al ginocchio, quando gli giunge la notizia che John Jack Thompson – mentore e istituzione al LAPD per quarant’anni – è morto. Il giorno del funerale la moglie di Thompson consegna a Bosch un fascicolo riguardante un omicidio di venti anni prima mai risolto, un cold case che si era portato in pensione, trafugandolo dagli archivi. La vittima era John Hilton un giovane freddato con un colpo di pistola in un vicolo frequentato e dominato da una banda di spacciatori. Perché Thompson si era impossessato di quei documenti e soprattutto perché non aveva iniziato alcuna attività investigativa sull’assassinio? Bosch decide di occuparsene e c’è una sola persona, dentro la polizia, che può aiutarlo: Renée Ballard. Ex giornalista di cronaca nera entrata in polizia per combattere la violenza di cui scriveva, è stata degradata all’Ultimo Spettacolo (il turno di notte) dopo aver denunciato un superiore per molestie sessuali. Ballard vive in una tenda sulla spiaggia, pratica paddleboarding e si prende cura dell’amato cane Lola che ha salvato dalla strada. Tra un turno di notte e l’altro Renée farà di nuovo coppia con Bosch per riaprire piste sepolte da anni di bugie.

La nuova avventura rispecchia lo stile adottato dallo scrittore negli ultimi tempi: più casi che si affiancano e, a volte, incrociano, indagini su più fronti, storie che si intrecciano, sottotrame che si incastrano: ogni tassello troverà la sua giusta collocazione tra colpi di scena e indizi schiaccianti.

Il plot in sé mi ha convinta e conquistata ma quel che ho amato di più è il legame che si va creando fra Bosch e Ballard: stanno ancora imparando a conoscersi ma la fiducia e il rispetto che ripongono l’uno nell’altra sono già saldi e consolidati. Un bellissimo rapporto maestro/allieva in cui Bosch mette a disposizione tutta la sua esperienza e Ballard ricambia con l’entusiasmo dell’età, la competenza e qualche lezione di tecnologia!

La detective ha un ruolo che spicca ne La fiamma nel buio, non solo perché Bosch è convalescente, ma anche perché il nostro eroe sfiora ormai i settant’anni e lo vediamo impegnato più tra documenti e scartoffie che in scene d’azione. La narrazione è scorrevole e curata come sempre, lo stile è piacevole e il thriller è autoconclusivo ma il finale lascia intravedere la possibilità che Bosch e Ballard possano tornare a investigare insieme in un nuovo capitolo.

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La fiamma nel buio
  • Connelly, Michael (Autore)

Articolo protocollato da Francesca Mancini

Lettrice appassionata di gialli, thriller e noir da sempre, amo molto anche le serie TV dello stesso genere e di scienza di confine. Ho una passione sfrenata anche per la musica anni ’80, il buon vino, il mare, la famiglia, gli amici veri e la comunicazione non verbale.

Francesca Mancini ha scritto 75 articoli: