La Nord ci ha abituato ad autori che sono diventati casi letterari (Schatzing, giusto per fare un nome), e questo Inaki Biggi potrebbe essere uno di questi. Il suo libro, dal titolo La formula Stradivari, sembra avere le carte in regola per infilarsi con successo sul filone di thriller sul genere del Codice da Vinci. La trama del romanzo è la seguente:
Cremona, 1680. Antonio Stradivari viene convocato nella cattedrale da un alto prelato che, consegnandogli una spropositata somma di denaro, gli rivela un’oscura formula musicale. L’ordine è costruire dodici strumenti dal potere divino. Per oltre cinquant’anni, Stradivari si dedicherà a quest’opera, portando con sé nella tomba il segreto della formula e degli strumenti… Madrid, 2003. Ritiratosi in Spagna, un imprenditore greco viene assassinato nella sua villa. Sembra un furto finito male, ma l’ispettore capo Herrero non la pensa così e lo conferma il fatto che a Ginevra anche l’appartamento del nipote della vittima sia stato messo sottosopra. Nessuna pista di indagine, fino a che il poliziotto non viene contattato da un rabbino appena giunto da Gerusalemme: secondo questi, l’assassinio del greco è soltanto l’ultimo di una catena di delitti nascosti: fin dalla seconda guerra mondiale, un gruppo di nazisti sta cercando i dodici strumenti realizzati da Stradivari e del codice che rivelerebbe il mistero della creazione dell’universo…
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