Approdato in tutte le classifiche delle librerie italiane, il romanzo che oggi recensiamo oggi al Thriller Cafè è intitolato “La gabbia dorata”, nuova opera dell’ormai affermata autrice scandinava Camilla Lackberg, sempre edito da Marsilio.
Un romanzo in parte differente dal solito genere trattato dalla Lackberg, ma sempre con una chiara e profonda impronta “femminista”, basato su una nuova protagonista che più protagonista non si può.
La trama è un susseguirsi di salti temporali che ripercorrono al contempo la vita del personaggio principale da quando ha lasciato il paese natio per giungere nella capitale, e l’attuale perfetta vita da moglie e madre.
È il 2001 quando Matilda lascia Fjällbacka, sede di ricordi dolorosi fatti di violenza e morte. Matilda è una giovane donna ambiziosa che si è trasferita nella Capitale, è riuscita ad entrare all’Università e ad intraprendere quel riscatto tanto cercato, rinunciando al suo primo nome e adottando ufficialmente il secondo, Faye. Ed è sempre qui che incontra Jack Adelheim, ricco uomo d’affari, di cui si innamora follemente.
Nel presente, Faye è sposata con Jack e madre di Julienne. Per l’amato marito ha rinunciato al suo sogno, ha interrotto i suoi studi economici nonostante il suo talento e la sua indiscussa intelligenza e si è confinata a interpretare il ruolo di compagna perfetta, attenta a ogni esigenza del marito, in una situazione di perdurante sottomissione. Tuttavia, il loro rapporto è cambiato e Faye imputa la distanza e la freddezza svilente del marito ora alla gravidanza e ai chili in più che ne sono conseguiti, ora allo stress di gestire un’azienda gigantesca. Faye vive in una vera gabbia dorata, fatta di mondanità, frivolezze, apparente e spaventosa perfezione esteriore, ma che nasconde più di un problema. È prigioniera di un castello di carte che da un momento all’altro potrebbe crollare. E di fatto crolla quando Faye scopre il tradimento del marito, il quale si difende chiedendo il divorzio, mandando la protagonista letteralmente sul baratro. Allo sgomento e disperazione iniziale, pian piano, però, per lei si affianca un altro sentimento, la fame di vendetta, fredda, brutale.
Il nuovo lavoro di Camilla Läckberg è in qualche modo, in riferimento alle tematiche, collegato al precedente “Donne che non perdonano” e da esso non riesce a distanziarsi totalmente. Il pregio senza dubbio risiede nella scorrevolezza del testo, lineare che quasi rasenta il piatto, senza eccessive onde e vibrazioni narrative, privo di particolari colpi di scena. È allo stesso tempo un romanzo crudo, nel senso sessuale del termine, che espone in modo diretto scene estreme e trasgressive.
A ogni modo, nonostante questa linearità di lettura, si avverte l’assenza di qualcosa, poiché analizzando questo e tutti gli ultimi romanzi a firma Läckberg, si nota un allontanamento dai primi e precedenti lavori, e il riversarsi in un filone che parrebbe nascondere un malessere dell’autrice stessa, attaccata in modo sempre più evidente alla figura delle donne, dei loro diritti, della parità dei sessi, perdendo verosimilmente il mordente dei primissimi gialli.
Apprezzabile, infine, il messaggio del romanzo, l’invito rivolto alle donne vittime, plagiate o sottomesse a ribellarsi alla propria gabbia dorata, dimenticando però di consigliare di valutare diversi e migliori metodi che prescindono dalla vendetta personale.
In ogni caso, La Gabbia Dorata di Camilla Läckberg è un discreto libro, piacevole ma non indimenticabile, adatto agli amanti del genere e a chi cerca contenuti di questo tipo, ma di certo lontana per trama, qualità e mordente, ai primi romanzi dell’autrice.
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