Piergiorgio Pulixi (Cagliari, 1982) fa parte del collettivo di scrittura Mama Sabot creato da Massimo Carlotto, di cui è allievo.
Scrittore prolifico e vincitore di numerosi premi prestigiosi, ha dato vita a una serie di personaggi indimenticabili e amati da tutti.
Recensisco ora per voi, cari amici del Thriller Café, l’ultima sua fatica letteraria La libreria dei gatti neri (Marsilio, 2023).
Con quest’ultimo romanzo, Piergiorgio Pulixi ci fa entrare a Les Chats Noirs, una libreria che si trova nel centro di Cagliari. Il proprietario, Marzio Montecristo (e qui già il cognome è tutto un programma), è un trentottenne scorbutico e poco affabile con la clientela, soprattutto con quella che lo fa uscire dai gangheri perché bistratta o storpia i titoli o gli autori del genere letterario che adora: i gialli. «Gli amanti dei gialli non sono lettori normali… Sono quasi dei maniaci, tanto è profonda la loro fedeltà al genere. Sono come una setta.»
Montecristo, ex maestro elementare costretto ad abbandonare la scuola per un increscioso evento che l’ha visto protagonista, per sopravvivere ha iniziato a dedicarsi alla sua seconda passione: i libri. Ha aperto, nonostante tutti lo sconsigliassero, questa piccola libreria e… vende esclusivamente libri gialli.
Tutti i martedì, un gruppo di “amanti del genere” (dapprima molto numeroso e ora ridotto a quattro persone) si ritrova per discutere una lettura comune andando a scandagliare le tecniche investigative, ad analizzare i moventi e a comprendere la psicologia del colpevole.
La polizia locale li aveva, un anno prima, sfidati ad affrontare un crimine vero, convinti che nei confronti della realtà non avrebbero saputo cavarsela. Non fu così. Infatti, i “quattro” risolsero il cold case che fu loro affidato.
Ora, occorre nuovamente il loro aiuto. Uno spietato assassino si è introdotto all’interno di un appartamento e, dopo aver narcotizzato, legato e imbavagliato tre persone, ha posto un aut aut al capofamiglia: l’uomo nel giro di 60 secondi, scanditi dalla sabbia che inesorabilmente scende in una clessidra, deve scegliere chi far uccide tra la moglie e il figlioletto di dieci anni. Sceglierà di sacrificare la moglie, ma poi si suiciderà gettandosi dal sesto piano.
Questo sarà solo il primo di una serie di omicidi plurimi… Chi è il gelido serial killer “della clessidra”? Quale vendetta deve portare a termine? E soprattutto, cosa sussurra prima di andarsene alle persone che decide di lasciare in vita?
Pensavo di aver letto il miglior “incipit” nel thriller Leon di Lucarelli, ma dopo aver iniziato La libreria dei gatti neri, mi sono dovuta ricredere.
Straordinaria qui la capacità del maestro Pulixi nel catapultarci, all’inizio, in un appartamento devastato da una banda di monelli scatenati durante una festa di compleanno (descritta come la scena di un crimine) e, poche righe dopo, nella scena di un crimine vero e proprio. E così è per tutto il romanzo perché la capacità dell’autore è proprio quella di cambiare continuamente registro: ora ci fa angosciare con scene cruente, ora ci fa sorridere con le battute del libraio e dei suoi strambi aiutanti, ora ci intenerisce quando affiorano i suoi ricordi di maestro o si dedica ai due gatti neri, Miss Marple e Poirot.
Tanti sono i temi trattati: dalla solitudine degli insegnanti (quelli che hanno una coscienza, per intenderci) e che denunciano gli abusi subiti dai loro alunni anche a rischio della propria incolumità; alla crisi delle librerie dovuta al fatto che si legge sempre meno; alla difesa, da vero don Chisciotte, del genere giallo da troppi ancora considerato puro divertissement e scrittura di serie B. Tutte queste tematiche trovano dignità non in un romanzo leggero, bensì in un grande thriller e la capacità di Pulixi è stata proprio quella di creare un mix perfetto dall’equilibrio impeccabile.
E che dire di Marzio Montecristo? Un altro grande personaggio che pur essendo un po’ spigoloso entra subito nei cuori per la sua ironia, per il grande acume e per la sua capacità di cogliere dettagli ad altri invisibili perché «In realtà è tutto estremamente semplice e la risposta è lì, dove meno te l’aspetti, celata sotto una coltre di banalità.»
Un romanzo perfetto dalla storia raccontata alla tecnica narrativa utilizzata. Colpi di scena, suspense, tensione e un pizzico di ironia rendono la lettura coinvolgente e travolgente allo stesso tempo.
Da non perdere!
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