Non è un caso che il protagonista di questo romanzo, il maresciallo dei carabinieri Gori Misticò, legga “Topolino”. L’autore, Fausto Vitaliano, della famosa pubblicazione a fumetti è stato a lungo redattore e sceneggiatore. E’ proprio nell’editoria a fumetti che Vitaliano si è fatto le ossa e tuttora collabora con Sergio Bonelli editore, quella di Tex per intenderci, ma ha al proprio attivo anche anche una lunga esperienza come autore di programmi televisivi, in particolare per i ragazzi. L’amore per i personaggi Disney però non è l’unico aspetto che lega Vitaliano al suo personaggio. Entrambi sono calabresi, entrambi trapiantati al nord. “La mezzaluna di sabbia”, romanzo che Bompiani ha appena edito, inizia proprio con un volo che riporta Gregorio (detto Gori) Misticò dalla Lombardia nella natia Calabria: atterraggio all’aeroporto di Lamezia Terme e poi subito a San Telesforo Jonico (toponimo immaginario, come la Vigata camilleriana), il suo paese d’origine. Ma il maresciallo non è in missione di lavoro, anzi al momento è in aspettativa dall’Arma, per un motivo personale e molto serio: gli è stato diagnosticato un tumore, deve curarsi e riposarsi.
Gori spera di trovare qualche scampolo di serenità nel clima dolce e nella bellezza naturale della sua terra; soprattutto nella sua mezzaluna di sabbia, cioè la spiaggia incontaminata dove ha trascorso i fantastici giorni dell’infanzia, il luogo incantato della sua innocenza, in cui ancora nidificano le anatre. Gori apprende, con grande rabbia, che quel piccolo paradiso ora è minacciato dalla speculazione edilizia e commerciale. Il suo senso della giustizia si ribella e decide di battersi per difendere la spiaggia. Pur restando lontano dal crimine la sua vocazione di uomo della legge potrà essere appagata da quell’impegno ambientalista. Non a lungo, però.
Quando un investigatore decide di prendersi una pausa e di non dare la caccia agli assassini, spesso sono gli assassini che vengono a cercare lui. La notizia della sua presenza in paese si è sparsa e il giovane brigadiere Costantino, comandante della locale stazione dei carabinieri, si rivolge a lui per un omicidio appena commesso in loco. La vittima non è un tipo qualsiasi, bensì sua eccellenza don Vittorio Celata, barone di Lauria, ricco possidente nonché appassionato studioso di architettura medievale calabrese, uomo tranquillo, di vita appartata, anche se negli ultimi tempi, a detta dei più, affetto da un grave stato di depressione. Comunque un uomo che non si capisce chi potesse voler morte e che, soprattutto, nulla sembra aver a che fare con le altre quattro vittime di omicidio che presto si aggiungono, una prostituta, un criminale ucraino, un anziano mafioso, uno spregiudicato professionista.
Ce n’è abbastanza per solleticare la libido investigativa di Misticò, che infatti si addentra nelle indagini. Saranno complesse, anche pericolose, riveleranno uno spaccato della società locale doloroso, avvilente. Ma il carabiniere, anche se sofferente e in crisi, svelerà puntualmente il mistero.
L’ambientazione realistica ma al contempo con sfavillanti spruzzate oniriche, la prosa ammaliante ed espressiva dell’autore fanno di questo noir una lettura agile e del tutto godibile. Il fascino maggiore risiede nel contrasto, sapientemente reso, tra lo splendore di una Calabria assolata e scolpita di mare e vento e la miseria umana, la crudeltà che la deturpa e umilia.
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- Vitaliano, Fausto (Autore)