Nella distesa di neve alla periferia di Tallinn spunta il braccio di un cadavere. Si tratta di una donna. Un nuovo caso per Marko Kurismaa, il commissario nato dalla penna di Alessandro Perissinotto, che lo aveva fatto esordire celandosi dietro lo pseudonimo Arno Saar e che ora invece pubblica questo La neve sotto la neve rivelando la sua identità.
Rispetto a Il treno per Tallinn mi sembra che la scrittura si sia fatta meno letteraria senza perdere nulla in precisione ed efficacia; il racconto è sempre coinvolgente, la voce narrante possiede una personalità riconoscibile ed estremamente piacevole. A dimostrazione della padronanza che l’autore ha dei propri strumenti, in mezzo ad un libro che è tutto scritto bene, segnalo una scena in cui la scelta del presente detta un tempo perfetto per un momento d’azione.
L’andamento è ancora quello del giallo (ingegnoso il modo in cui la polizia riesce a trovare le tracce delle scarpe e degli pneumatici del colpevole nonostante la fitta nevicata) e ritornano gli elementi caratterizzanti le avventure di Kurismaa: la narcolessia che tormenta il commissario di notte facendolo poi addormentare di giorno nei momenti meno opportuni; la sua relazione segreta con la collega Kristina Lupp; il rapporto conflittuale con la Russia, coi ricordi del regime e le cicatrici lasciate dal socialismo reale (Marko è figlio di un professore dissidente morto in un gulag) che fanno ancora male.
Finalmente le ricerche danno il loro esito: la vittima è una prostituta bielorussa. Come ci è finita fuori da quelle baracche? Chi porterebbe una escort di lusso in un luogo di degrado? Ci è arrivata viva? Tutti questi interrogativi affollano la mente del protagonista, che procede metodico nelle indagini. Se il caso affrontato nel volume d’esordio era spinoso per i suoi risvolti internazionali, in quest’avventura Kurismaa si trova nella delicata situazione di sospettare del figlio del suo capo; questa è infatti anche la storia di ragazzi che i padri non riconoscono più. Ma le cose sono più complesse di quanto appaiono. Come ben sa Marko, la neve, sotto la neve, può serbare segreti inaspettati.
Un ulteriore punto di forza del libro, oltre alla trama e alla prosa di Perissinotto, sono i personaggi: bella la figura minore del vecchio bibliotecario che ha ritrovato il corpo; brilla il medico legale Pärn, con le gustose schermaglie verbali che intrattiene col commissario. Il protagonista stesso è ben delineato: un po’ rétro (non ama la tecnologia e vorrebbe iscriversi ad un asocial network) ma senza diventare una macchietta, ironico ma non fino alla strafottenza, coi suoi difetti e le sue debolezze (in questo episodio la narcolessia sembra aggravarsi).
Il tempo corre, e non solo perché la ragazza uccisa reclama giustizia, ma anche perché forse ci sono altre donne come lei che rischiano di fare la stessa fine. Dopo numerose false piste, la risoluzione è un po’ frettolosa; il colpo di scena conclusivo arriva a sorpresa, forse troppo inaspettato.
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