Con tragica e importante puntualità rispetto a quel che sta accadendo nel mondo reale, ecco che Einaudi pubblica, in Stile Libero Big, La notte di Roma di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo, un romanzo che parte esattamente da dove si era concluso Suburra e che arriva in libreria proprio in concomitanza con l’inizio del processo Mafia Capitale.
Sia da soli che a quattro mani Bonini e De Cataldo hanno dato una nuova dimensione e peso al già grande valore che può avere la narrativa di genere nel descrivere la realtà e riflettere sui suoi problemi, ora i due hanno scelto di combinare nuovamente le forze per affrontare un capitolo delicatissimo della vita della Capitale, quella “notte” del titolo del romanzo, che solo nel futuro potremo capire se è notte eterna o prelude a qualche nuova alba.
I segnali, morali ancor più che di cronaca nera, al momento spingono al pessimismo ma i due autori, almeno in alcuni passaggi del romanzo, sembrano covare fiducia nella Città Eterna, vediamo dove essa è riposta:
La notte di Roma comincia dove si era concluso Suburra e quindi comincia dentro un vuoto di potere: il Samurai si ritrova ormai fuori dai giochi, chiuso dentro un carcere su nel Nord, in regime 41 bis. E sui vuoti si può essere sicuri di una cosa: non durano.
Arriva infatti subito un pretendente alla successione al trono criminale, Sebastiano, ma è troppo giovane e senza l’esperienza e le capacità di un capo vero ogni equilibrio è destinato a crollare, anche nella criminalità, dando spazio alle belve più feroci e ai crimini più efferati.E la notte di Roma, che avvolge la città all’alba dell’anno giubilare della Misericordia, con un nuovo Papa e un nuovo sindaco, è una notte di guerra a ogni livello, nelle strade come nei palazzi del potere. E non sembrano esserci molte speranze in un domani diverso.
O meglio, alcune speranze ci sono, molto esili, e bisogna aggrapparsi a esse con tutte le forze: c’è un vecchio politicante di sinistra, ormai dimenticato dai più, che ha fatto errori ma da quegli sbagli ha imparato e vorrebbe rimettersi in gioco; c’è un giovane vescovo che non rifiuta i meccanismi del potere in Vaticano e crede in vie diverse. E c’è l’amore, quella forza inspiegabile che esiste nonostante tutto e nonostante tutti e potrebbe fare anche lei la sua parte per far sorgere un nuovo giorno nella Capitale.
Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo non ci raccontano solo la Roma di oggi: anche se questo romanzo non potrebbe essere ambientato in nessun’altra città italiana è proprio l’Italia tutta che finisce sulle pagine di La notte di Roma, e non è una bella Italia.
È un Paese che stenta a ritrovare, appunto, la luce del giorno, un luogo in cui ormai crimine e corruzione non sono più il problema principale, un posto dove serve una rieducazione completa di tutti i cittadini.
Una rieducazione civica, morale e, forse sopra ogni altra cosa, sentimentale per la quale servirà molto tempo e molta fatica, che deve cominciare a casa, da figli e genitori, per poi passare nelle scuole, nelle piazze, in televisione e sui libri e ovunque.
Una rieducazione che passa anche dalle opere di Bonini e De Cataldo.
Una rieducazione per non far diventare Mafia Capitale una quotidianità di cui ci sbarazziamo con una scrollata di spalle.
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