Con La notte dimenticata dagli angeli l’editore Neri Pozza porta a quota sette i romanzi di Kirino Natsuo tradotti e pubblicati in Italia e offre l’occasione, a chi ha già amato il personaggio della detective Murano Miro nel precedente Pioggia sul viso, di tornare a seguire le vicende di questa indagatrice molto particolare, in quello che è il secondo capitolo della quadrilogia dedicata al personaggio e alle sue gesta.
E se chi già la conosce è preparato, chi non ha mai incontrato Murano Miro potrebbe inizialmente rimanere sorpreso da questa figura: la donna ha ereditato il mestiere dal padre ma è quanto di più distante potreste aspettarvi da un private eye.
Non possiede ufficio; ha ben poco metodo, il suo è un modo di procedere spesso goffo, apparentemente casuale e disordinato; ha un caratterino che non le guadagna le simpatie immediate del prossimo e viene mossa quella che sembra essere una fiducia più nell’intuito che nella logica.
Se a queste “basi professionali” aggiungete il fatto che non incarna per nulla l’ideale di donna disposta a vestire i panni della madre e dell’angelo del focolare, che non è certamente dotata di gran coraggio e tende a farsi intimidire da chiunque, e mischiate il tutto con casi molto morbosi ed estremi, avrete come risultato alcuni fra i thriller più interessanti apparsi di recente nelle librerie italiane e firmati da quella che il Guardian definisce senza mezzi termini “la regina del noir giapponese”.
Cerchiamo ora di scoprire cosa ci aspetta ne La notte dimenticata dagli angeli.
Le prime immagini sono brutali: una giovane donna viene assalita e stuprata nella falsa sicurezza del suo appartamento a Tokyo, da tre uomini che fanno a turno per violentarla. In teoria dovrebbe trattarsi soltanto di una finzione scenica che appartiene a Ultraviolence, un video porno che ha riscosso notevole successo fra gli amanti del genere.
La donna in questione è una attrice di film hardcore, Isshiki Rina ed è scomparsa da qualche giorno.Miro si trova nell’ufficio di Watanabe Fusae, che presiede una associazione per la tutela dei diritti delle donne, è a capo di una casa editrice femminista ed è molto preoccupata per la scomparsa della ragazza, preoccupata a tal punto da voler affidare alla detective l’indagine, sperando che riesca a ritrovare al più presto Isshiki Rina.
Miro comincia quindi a curiosare in quella zona ai confini della legge composta da videonoleggi hardcore, locali a luce rossa e uffici di società di produzione di filmati porno, il tutto all’interno del quartiere a luci rosse di Tokyo, Kabukicho. Nei suoi vagabondaggi l’investigatrice è accompagnata dal suo vicino di casa, Tomobe Akihiko, che gestisce un gay bar a Shinjuku. Ben presto le sue domande cominceranno a irritare il personale di Create Pictures, la casa di produzione di Ultraviolence che, come varie altre realtà in quel campo, si muove alternativamente fra il mondo della pornografia e quello della prostituzione.
Ancora più irritato è il regista Yashiro Sen, uomo molto noto e potente all’interno dell’ambiente, disposto a ogni mezzo pur di non avere ficcanasi intorno. Il tempo a disposizione di Miro diminuisce con la comparsa di un nuovo video nel quale l’attrice sembra tentare il suicidio tagliandosi le vene dei polsi: per riuscire a risolvere la situazione la detective dovrà esporsi come mai ha fatto, rischiando la sua incolumità…
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- Kirino, Natsuo (Autore)