Oggi al Thriller Café parliamo di “La palude dei fuochi erranti”, l’ultimo romanzo di Eraldo Baldini pubblicato da Rizzoli.
Anno del Signore 1630. Sul villaggio di Lancimago, sperduto tra le paludi della Romagna, insieme ai rigori dell’inverno incombe l’inquietante minaccia della peste. Preparati al peggio, i monaci dell’abbazia decidono di scavare una fossa comune, ma sotto i colpi di pale e picconi la terra rivela un macabro segreto: “scheletri che, l’uno accanto all’altro, uno sopra l’altro, parevano impegnati in una danza macabra che si fosse arrestata all’improvviso per il tacitarsi della musica, fissandosi disegnata nel fango in un arazzo di rena, d’argilla e di ossa, tessuto per dar forma a un monito”. Nessuno, tra i monaci, sa perché quei cadaveri si trovino lì, né da quanto tempo.
Dopo questo oscuro prologo, giunge in quelle terre lugubri e nebbiose Monsignor Rodolfo Diotallevi, inviato dal commissario apostolico con pieni poteri per arginare il contagio. Diotallevi è un prelato di mezz’età e di bassa statura, ma dotato di una volontà d’acciaio e di grande carisma: la sua presenza, severa e poco incline al compromesso, semina disagio e timore tra i confratelli. Il suo compito è quello di tracciare dei confini invalicabili intorno ai terreni dell’abbazia, che nessuno dovrà violare: il messo trasporta con sé una forca smontabile, che servirà a punire i trasgressori.
Le campagne circostanti l’abbazia, nel frattempo, si animano di eventi inquietanti: lugubri latrati risuonano nella notte e i fuochi fatui rischiarano con il loro bagliore azzurrognolo le paludi. Gli abitanti del villaggio incolpano senza indugi la strega del paese, un’anziana fattucchiera che vive ai margini del villaggio, ma Diotallevi indagherà tra questi presagi soprannaturali fino a portare alla luce un oscuro disegno.
Il nome di Eraldo Baldini è sinonimo di “gotico rurale”, un genere sospeso tra mistero e folklore di cui lui stesso è il massimo esponente in Italia. Attraverso i suoi racconti e romanzi, questo scrittore esplora il lato oscuro delle leggende popolari e contadine – in particolare quelle della sua terra, la Romagna – facendo rivivere un mondo tradizionale dimenticato, gravido di atmosfere evocative e perturbanti. Tra i suoi titoli più noti, ricordiamo le raccolte di racconti “Gotico Rurale” (2000) e “Bambini, ragni e altri predatori”(2003), il romanzo “Nebbia e cenere” (2004), ma anche una serie di saggi di argomento folklorico e antropologico.
Il suo ultimo romanzo si inserisce senza dubbio in questo filone: è un romanzo storico a tinte nere, un mystery con un’ambientazione macabra che sta a metà tra “Il nome della rosa” di Umberto Eco e l’“Arcano incantatore” di Pupi Avati. Attraverso le indagini del severo Diotallevi – che riporta alla mente un altro detective arcigno e poco misericordioso, l’inquisitore Eymerich di Valerio Evangelisti – il lettore viene immerso, pagina dopo pagina, in un’atmosfera inquietante, sospesa tra leggenda e realtà, attraverso una narrazione incalzante e coinvolgente.
In breve, “La palude dei fuochi erranti” è una lettura ideale per restare nel clima di Halloween, un thriller sui generis che non deluderà gli appassionati di letture macabre e misteriose.
Ti è piaciuto l'articolo? Iscriviti alla newsletter
Inserisci la tua email e riceverai comodamente tutti i nostri aggiornamenti con le novità, le anticipazioni e molto altro.