A presentare il libro di un amico si corre sempre il rischio di essere additati come marchettari, ma quando l’amico in questione si chiama Enrico Luceri, ormai nome più che noto del giallo italiano, sarebbe piuttosto uno sgarbo ai miei lettori non passare la notizia della sua nuova pubblicazione. E’ con grande e sincero piacere che quindi vi parlo oggi di La porta sul giallo, saggio che Luceri, già vincitore del Premio Tedeschi, ha scritto a quattro mani con Sabina Marchesi e che scandaglia a fondo un genere, il giallo appunto, che tanta fortuna ha ormai da secoli tra lettori di tutto il mondo.
Se siete appassionati di crime fiction, questo sicuramente è un libro che fa per voi.
Quello che in altri paesi viene comunemente denominato il filone poliziesco, da noi in Italia, dove nutriamo una
vera e profonda passione per le sfumature di significato, viene chiamato in molti modi diversi, ognuno dei quali
identifica un preciso filone derivato dal ceppo originario: il giallo.
Si definisce giallo un genere letterario o cinematografico incentrato sul compimento di un’azione criminosa, di
solito un omicidio, il cui responsabile viene scoperto e punito dalle forze dell’ordine o più sovente da un investigatore
solitario. La differenza dei generi sta tutta nel rilievo che viene dato alle varie fasi dell’azione sul piano
narrativo: in alcuni casi il centro della narrazione è la caccia all’assassino, in altri casi si incentra tutto sulle
condizioni psicologiche che hanno portato al crimine, altre volte invece l’attenzione è focalizzata interamente
sulle indagini e sulle modalità investigative che conducono alla scoperta del criminale, e in altri casi ancora si
pone come fulcro della storia il compimento stesso del delitto, che ci viene mostrato dettagliatamente in tutto il
suo orrore.
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