Il libro di cui “parlerò” oggi è La pratica Ipcress, scritto da Len Deighton. Se vi state chiedendo il motivo delle virgolette, lo capirete leggendo…
Titolo: La pratica Ipcress
Autore: Len Deighton
Editore: Net
Anno di pubblicazione: 2002
Pagine: 252
Prezzo: € 7,50
Trama in sintesi:
Londra, anni Sessanta. Incaricato di ritrovare uno scienziato scomparso, il protagonista del romanzo si muove inizialmente tra i locali di Soho, i corridoi dei grandi ministeri e la periferia inquietante della metropoli inglese. La sua ricerca lo porta in Libano, poi su un atollo del Pacifico dove si svolgono esperimenti nucleari. Finché qualcuno cerca di eliminarlo, e qualcun altro di sottoporlo al lavaggio del cervello (in codice: IPCRESS).
(dalla scheda su IBS).
Non è mia abitudine recensire libri che non ho letto, ma stavolta faccio un’eccezione. E non perché sia impazzito e pretenda di inventarmi un giudizio al buio, ma perché in qualche modo io libro l’ho letto, o meglio: l’ho cominciato, e non l’ho finito. Mi sento pertanto autorizzato a dare un’opinione, che posso sintetizzare prendendo come spunto la frase in quarta di copertina che recita: “Un libro che non scorderete facilmente”. Be’, nel mio caso è falso. Non mi ricordo quasi niente della trama, e sì che ne ho letto più di metà prima di mollare. Forse sarà lo stile di Deighton, il suo descrivere ogni inutile particolare miscelato a un’ironia che a volte distoglie dalla sostanza, forse sarò io che sono poco amante del genere (spy story). Fatto sta che il risultato è stato un abbandono inappellabile: di tempo per leggere ne ho poco, e preferibilmente vorrei impiegarlo per letture che mi appassionino. Questo libro non l’ha fatto: passerò ad altro. Per chi non l’avesse ancora letto, non posso certo consigliarlo. Se poi qualcuno però volesse difenderlo, c’è spazio libero ai commenti…
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