Inizio drammatico per La profezia delle pagine perdute, quinto episodio della Saga del Mercante di Libri: Ignazio da Toledo è morto. Questo fa precipitare in un incubo il figlio Uberto, separato dalla famiglia a causa delle vicende del precedente romanzo e arrivato in Sicilia nella speranza di ritrovare moglie e figlia, sperando di avere notizie della madre. Michele Scoto, astrologo personale dell’imperatore Federico II, è convinto che il mercante gli abbia sottratto e nascosto un libro misterioso, la leggendaria Prophetia Merlini, e terrà prigioniere moglie e figlia di Uberto sino a quando questi non gli porterà il libro scomparso. Ma c’è un altro uomo legato a Uberto, anche se il figlio del mercanto non lo sa: Al-Qalam uomo senza passato che naviga su una nave di pirati barbareschi, agli ordini di un crudele capitano, è alla disperata ricerca di un tesoro inestimabile e capace di legare Dio all’uomo, un tesoro donato in tempi remotissimi da re Salomone alla Regina di Saba. E gli intrighi non finiscono qui.
Il thriller storico è un genere che attira molti appassionati, e le opere di Marcello Simoni sono arricchite da una grande competenza dell’autore nel rappresentare – con complessità e ricchezza di particolari – la società e le vicende storiche nelle quali si inseriscono le vicende dei protagonisti. Non fa eccezione La profezia delle pagine perdute, che offre al lettore un ritratto di Palermo di inizio del XXII° secolo nel pieno del suo splendore culturale e politico. La corte di Federico II di Svezia era affollata di artisti, scienziati, matematici ma anche di saraceni, normanni, bizantini: una contaminazione culturale e etnica vivace che fa da sfondo alle vicende dei protagonisti. Questo aspetto è allo stesso tempo un valore e un limite del romanzo: per gli estimatori di thriller storici e di Simoni in particolare questa ricchezza è sicuramente un valore aggiunto che però può non entusiasmare altrettanto chi ama la suggestione dell’ambientazione medievale ma non è particolarmente interessato alla ricostruzione storica dettagliata.
Questo e una trama fin troppo ricca di trame e sottotrame rendono la lettura a tratti difficoltosa, anche se va riconosciuta a Simoni la capacità di gestire con abilità artigianale la costruzione del romanzo: c’è molto mestiere, inteso nel senso positivo del termine, in questo libro che è sostenuto anche da una scrittura piuttosto elegante e da una caratterizzazione dei personaggi accurata e credibile.
L’impressione complessiva è che vi sia un po’ troppo di tutto, e a questo si deve aggiungere la difficoltà di comprendere fino in fondo le varie sottotrame e le connessioni tra i personaggi se non si sono letti i precedenti capitoli della saga.
Perché leggere La profezia delle pagine perdute: perché siete appassionati di thriller storici, di saghe, e vi piacciono le ambientazioni accurate, le trame complicate con tanti personaggi e misteri irrisolti.
Perché non leggerlo: perché l’ambientazione storica non vi appassiona particolarmente, e vi piacciono trame più lineari.
Marcello Simoni nasce a Comacchio, in provincia di Ferrara, nel 1975: laureato in Lettere, svolge per anni la professione di archeologo, per poi divenire bibliotecario presso il Seminario dell’Annunciazione. Ha pubblicato diversi saggi storici e racconti: il suo primo romanzo, Il mercante di libri maledetti, è un thriller medievale che ruota intorno alla figura di Ignazio da Toledo, al quale faranno seguito altri 4 romanzi. Romanziere prolifico, è autore di altre saghe storiche e di altri romanzi.
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