Viviamo in tempi parchi di certezze, ma quando vedete una copertina nera della collana “Dark side” di Fazi Editore avete sempre la garanzia di andare sul sicuro. Anche questa volta è andata così, con l’intrigante “La ragazza che viene dal buio” dello scrittore australiano Michael Robotham. Il volume è il secondo atto della serie che l’autore ha dedicato al personaggio letterario Cyrus Haven, ma è anche uno “stand alone”, il che significa che potete iniziare da qui anche senza aver letto il volume precedente, perché incontrerete i dati salienti della storia del personaggio nel corso della lettura.

Chi è Cyrus Haven? Uno psicologo forense dal passato tormentato, con l’anima e il corpo ricoperti di cicatrici. Quando era ancora un bambino, la sua intera famiglia è stata massacrata da un killer. Oggi ha trentun anni e ignora ancora il movente e l’identità dell’assassino. Durante l’adolescenza, vittima del senso di colpa, si è ricoperto il corpo di ferite autoinflitte, e oggi, grazie all’aiuto di un tatuatore, ricopre quelle cicatrici con tatuaggi ornitologici. L’ago e l’inchiostro sotto la pelle sono per lui una via di fuga e di salvezza, un modo di trasformare l’arte in sofferenza e la sofferenza in arte.

Sarà forse a causa del suo passato che Cyrus prende a cuore il caso di Evie Cormac, “la ragazza che viene dal buio” che dà il titolo al romanzo. Evie è una ragazza difficile, aggressiva e patologicamente bugiarda, ma è soprattutto un’anima ferita, vittima di abusi terribili. Quando un’agente di polizia la ritrova, Evie vive nascosta nei muri di una casa che ospita un cadavere in decomposizione, legato a una sedia e torturato a morte. Alcuni pensano che Terry Boland, questo il nome del morto, fosse il suo rapitore, l’uomo che la teneva prigioniera in quella casa, ma Evie afferma il contrario: quell’uomo l’ha salvata, strappandola a un destino spaventoso…

Oggi, Evie è ospite di un istituto per minori nella nebbiosa periferia di Manchester e il passato sembra soltanto un incubo lontano. Tutto cambia, però, quando un uomo con una cicatrice a forma di mezzaluna e gli occhi glaciali viene a chiedere sue notizie. Evie sa che il passato sta tornando a bussare alla sua porta, ma nessuno, Cyrus incluso, sembra essere disposto a crederle. Per evitare la morte, sarà costretta a fuggire e a nascondersi di nuovo, rivivendo gli orrori del suo passato.

Il romanzo di Robotham ha davvero tanti pregi: una scrittura vivida e molto gradevole, personaggi “tridimensionali” e una trama che si snoda bene, ricca di colpi di scena e di omicidi efferati che intrigano e avvincono fino all’ultima pagina. Il tema della “bad girl” con un passato difficile forse non è originalissimo, perché lo abbiamo visto in decine di pellicole e di romanzi, dalla Lisbeth Salander di Stieg Larsson alla Nikita di Luc Besson, ma nel complesso la storia funziona molto bene. Anche Cyrus Haven, forse, non brilla per originalità, con il suo fascino un po’ alla “The mentalist”, ma è un personaggio a cui è facile affezionarsi. In particolare, ho molto apprezzato i suoi intermezzi psicologici, che arricchiscono la lettura di nozioni interessanti. Vi lascio con una sua frase che mi ha particolarmente colpito: “… i ricordi sono ancora con me. Come lupi che mi danno la caccia nella foresta. Ho creato una radura tagliando il sottobosco e ho acceso un fuoco per tenerli lontani, ma devo continuare a raccogliere legna o il fuoco comincerà a spegnersi e i lupi si avvicineranno piano piano.

Buona lettura!

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Articolo protocollato da Gian Mario Mollar

Classe 1982, laureato in filosofia, Gian Mario Mollar è da sempre un lettore onnivoro e appassionato. Collabora con siti e riviste di ambito western e di recente ha pubblicato I misteri del Far West per le Edizioni il Punto d’Incontro. Lavora nell’ambito dei veicoli storici e, quando non legge, pesca o arranca su sentieri di montagna.

Gian Mario Mollar ha scritto 96 articoli:

Libri della serie "Cyrus Haven"

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La ragazza che viene dal buio – Michael Robotham

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