
Fin dall’antichità le feste patronali sono state occasione di incontro tra la gente della città e chi veniva da fuori per vendere i propri prodotti. Spesso erano l’unica occasione in cui si potevano comprare stoffe, spezie e oggetti che i mercanti portavano da lontano. Anche oggi, che la globalizzazione ha aperto i mercati di tutto il mondo e gli acquisti on line hanno spesso sostituito quelli nei negozi tradizionali, i banchetti delle feste patronali non hanno perso il loro fascino, perché spesso è lì che si può trovare qualcosa che nessun altro può offrirti.
Ẻ così anche a Verona, e la festa di San Zeno, il patrono, non fa eccezione. Banchetti che vendono ogni attrattiva merceologica si snodano lungo il percorso della fiera. Una delle attività di maggior successo, però, ha luogo in una tenda davanti alla quale decine di persone attendono in fila. Ẻ in quella tenda che Ambra Bianchi legge il futuro ai suoi clienti. Mi chiederete: “cosa c’è di strano? In tutte le fiere c’è almeno una zingara che imbroglia gli ingenui che le credono con la lettura delle mani o delle carte.”
Il fatto è che Ambra Bianchi non è una zingara, è una studentessa universitaria, ha solo vent’anni e possiede un intuito segreto che le permette di leggere nei tarocchi l’anima di chi le sta di fronte.
Quando un signore alto e ben vestito si presenta al suo banchetto, Ambra comprende che l’uomo è in pericolo. Sa che dovrebbe avvisarlo, ma le manca il coraggio di farlo. E poi, non è quello che il cliente vuole sapere da lei. Non le crederebbe.
Quando però la sera il telegiornale dà la notizia che quello stesso uomo è stato trovato cadavere poco dopo essere uscito dalla tenda dove legge i tarocchi, Ambra non può fare a meno di sentirsi colpevole.
Anche Giovanni Russo, il commissario incaricato di indagare sulla morte dell’uomo, un imprenditore milanese di nome Carlo Bonfanti, da poco trasferitosi a Verona dopo aver salvato un’azienda locale, ha i suoi problemi.
La moglie, Claire, un tempo giornalista di inchiesta, è da tempo alle prese con una depressione bipolare, per cui alterna momenti catatonici ad altri di euforia, durante i quali è difficile da controllare.
Come se tutto ciò non bastasse, l’indagine viene ostacolata dal prefetto che della famiglia Bonfanti è amico da lungo tempo. Non vuole che se ne parli e si faccia clamore, ma la cosa è difficile, perché dall’autopsia risulta che Bonfanti è stato avvelenato.
Inizia così un’inchiesta difficile, irta di ostacoli personali e burocratici nella quale nessuno, vittime e indagati, sono quello che pretendono di essere. Sotto la maschera di gelido perbenismo ognuna delle persone coinvolte nasconde segreti inconfessabili. Segreti sepolti in un passato lontano, segreti che richiederanno un salto a ritroso nel tempo, perché il movente dell’omicidio di Carlo Bonfanti affonda le radici nella sua giovinezza.
Così, a poco a poco, tassello dopo tassello, la verità emerge, destrutturata come le tessere di un puzzle che il commissario Russo e la sua squadra devono ricomporre.
“La ragazza dei tarocchi” è un noir originale, dove ogni possibile soluzione apre nuovi e inquietanti interrogativi su cui si ricomincia a scavare per trovarne ancora altri. In pratica, la trama è una matrioska che strato dopo strato svela poche verità, ma pone nuove domande.
Un giallo classico con molti spunti del noir: non ultimo i tormenti dei personaggi, perché i protagonisti, il commissario Russo e Ambra, la ragazza dei tarocchi, sono personaggi forti, che vivono una realtà dolorosa di sofferenza e solitudine, dalla quale lottano strenuamente per uscire.
Recensione di Maria Cristina Grella.
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