Doppia dose di John Grisham in Italia in quest’anno: l’autore nato in Arkansans chiude infatti un ottimo 2018 con la pubblicazione de La resa dei conti da parte di Mondadori, nella collana Omnibus.
La resa dei conti è apparso in lingua originale verso fine ottobre con il titolo di The Reckoning e arriva a noi per la traduzione di Luca Fusari e Sara Prencipe. Per lo scrittore americano si tratta del quarantesimo volume pubblicato, contando anche raccolte di racconti, saggi e titoli per ragazzi, e pochi autori possono vantare un numero simile.
Per festeggiare l’anniversario non c’è miglior modo che tornare ad ambientare un suo romanzo nei luoghi che sono stati spesso lo sfondo per i suoi titoli migliori, ed ecco quindi che La resa dei conti si svolge nel Mississippi e per la precisione a Clanton, Ford County, la cittadina immaginaria creata da Grisham.
Proprio a quei luoghi lo scrittore aveva precedentemente dedicato la sua raccolta di racconti, che celebra quella contea già a partire dal titolo: Ritorno a Ford County.
Come altri romanzi del re del Re dei thriller giudiziari, e anche di più, la trama de La resa dei conti è piuttosto complessa, non tanto per il susseguirsi degli avvenimenti quanto per la sua struttura.
Il volume è diviso in tre parti: una prima ambientata nel 1946, una seconda consistente in un flashback che comincia nel 1925 e una terza che riprende il filo della vicenda post-1946.
Pete Banning proviene da una famiglia che coltiva cotone da generazioni, è proprietario di una fattoria con più di 600 acri di terreno, è tornato dalla Seconda Guerra Mondiale come reduce pluridecorato ed è un esponente molto noto e benvoluto nella comunità locale nonché nella chiesa metodista.
Ha due figli che studiano al college, Stella e Joel, e una sorella che aspira a diventare scrittrice: Purtroppo in tempi recenti sua moglie Liza è stata ricoverata in una clinica psichiatrica.
Durante una mattina di ottobre come tante altre, nel 1946, Pete si occupa di alcune faccende quotidiane e quindi si reca in città, verso la chiesa. Una volta lì dentro trova il suo amico, il pastore Dexter Bell ed estrae una pistola. Bell riesce appena a dire che se quel gesto riguarda Liza, lui può spiegare tutto, dopodiché Pete gli spara freddamente, uccidendolo.
Pete non si nasconde e non oppone resistenza all’arresto: l’unica cosa che continua a ripetere alle autorità è che non ha nulla da dire o spiegare. Il compito del suo avvocato, John Wilbanks, appare molto difficile proprio a causa del fatto che Pete non vuole evitare la pena di morte in alcun modo e non intende farsi dichiarare incapace di intendere e di volere.
Il processo si svolge quindi molto rapidamente e si conclude con una condanna a morte per sedia elettrica. Persino quando il governatore del Mississippi offre a Pete di cambiare la pena di morte in ergastolo chiedendo in cambio una semplice spiegazione per il gesto, Pete rifiuterà.
Ai suoi figli dirà di evitare per sempre Clanton, dopodiché sembra sereno e disposto ad accettare la morte.
Ma questo è solo l’inizio di un appassionante viaggio indietro e avanti nel tempo, fra guerre e suicidi, tradizioni tanto odiose quanto radicate e uno sguardo sul Sud degli USA e le sue atroci contraddizioni.
Lentamente il lettore accumulerà gli indizi per capire sempre di più qualcosa sulla vicenda, anche se il colpo di scena attende inesorabile verso il finale.
Se il 2018 è stata una buona annata per John Grisham, il 2019 promette già ora di essere ancora migliore, visto che è in preparazione The Grisham Universe, un progetto televisivo consistente per ora in due serie televisive connesse.
Entrambe dovrebbero consistere di otto episodi ed essere create e sceneggiate da Grisham stesso insieme a Michael Seitzman e Jason Richman e, pur dando il massimo se viste insieme, saranno comunque perfettamente godibili anche separatamente.
I due romanzi che ispirano questo progetto sono L’uomo della pioggia e L’avvocato canaglia: il tutto verrà prodotto da Hulu.
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Articolo protocollato da Giuseppe Pastore
Da sempre lettore accanito, Giuseppe Pastore si diletta anche a scrivere e ha pubblicato alcuni racconti su antologie e riviste e ottenuto vittorie e piazzamenti in numerosi concorsi letterari. E' autore (assieme a S. Valbonesi) del saggio "In due si uccide meglio", dedicato ai serial killer in coppia. Dal 2008 gestisce il ThrillerCafé, il locale virtuale dedicato al thriller più noto del web.Giuseppe Pastore ha scritto 1638 articoli: visita la sua pagina.
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