Si scrive Andrea Vitali ma si legge Bellano e si pensa alla notevole serie di titoli usciti per Garzanti, Cinquesensi, Salani, Mondadori, Rizzoli e altri porti visitati da questo marinaio delle lettere, capace di affascinarci e prenderci all’amo con storie di volta in volta diverse ma sempre pittoresche, caratteristiche e molto personali, come si ci trovassimo in qualche modo di fronte a un autore che è riuscito a isolarsi, a separarsi da tutta la scena letteraria del nostro Paese.
Cosa poi assolutamente non vera, perché per esempio La ruga del cretino è stato scritto insieme a un grande nome del “crimine” quale Massimo Picozzi ed è quindi incursione molto moderna in un giallo di stampo classico, con alcuni personaggi “storici” che ne faranno risaltare ancora di più l’originalità.
Birce è nata “storta”: una voglia sulla guancia sinistra e un carattere un po’ strambo, è un cruccio continuo per i suoi genitori, preoccupati per il fatto che nessuno mai la vorrà in sposa e magari nemmeno come servetta in casa visto che, nel 1893 in un piccolo paesino di lago, bastano due chiacchiere per rovinare la reputazione di una ragazza.
Ma forse è arrivato il momento giusto anche per Birce: Una donna molto devota, Giuditta Carvasana, è venuta da poco a vivere in zona e potrebbe aiutare Birce.Nessuno invece sembra poter più aiutare una fioraia di Torino, massacrata per strada in quella che sembra ormai una serie consistente di omicidi fra loro simili.
il dottor Ottolenghi, assistente di Cesare Lombroso, esamina il corpo nella sala anatomica, convinto che il futuro delle indagini di polizia sia proprio in una maggiore collaborazione con la medicina e altre scienze.
E crede che nei vari foglietti rinvenuti nei vestiti delle malcapitate, foglietti recanti strani segni matematici, possa nascondersi la soluzione del caso.Un foglietto simile lo ha ricevuto anche Lombroso che vorrebbe addirittura ricorrere allo spiritismo per trovare il bandolo della matassa e interrompere la serie di omicidi.
Ma lo spiritismo è praticato da persone strambe e “storte”.
Strambe come Birce…
Pubblicato da qualche giorno da Garzanti, La ruga del cretino promette di ripetere la continua magia di Andrea Vitali: una storia diversa dal consueto, una situazione affascinante, personaggi densi e vivi e in men che non si dica ci innamoriamo del romanzo e ne completiamo la lettura in pochissimo tempo.
E, come spesso accade nelle sue storie, ci facciamo “fregare” dal tono leggero e dal narrare divertito e comprendiamo solo troppo tardi che dietro queste macchie di luce si nascondono ombre e inquietudini ancora più forti e possenti di quelle di tanti celebrati autori di thriller e gialli: e una volta catturati dall’ombra, siamo costretti a rimanerci fino all’ultima pagina.
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