Recensiamo oggi, per gli amici del Thrillercafè, un nuovo coinvolgente romanzo di Renée Knight dal titolo La Segretaria. Questa è la seconda prova per l’autrice inglese, che dopo La Vita Perfetta, thriller che ha raggiunto la vetta di tutte le classifiche inglesi e venduto in trenta paesi, ci regala una nuova sorprendente avventura, intensa e coinvolgente, approdata grazie a Piemme nelle librerie italiane.
Christine Butcher è una segretaria. Ma è anche molto di più. Christine dedica tutta la sua vita ad essere perfetta, impeccabile, premurosa con la temibile Mina Appleton, la spregiudicata manager d’azienda, che ritiene ormai la sua segretaria come una di famiglia.
Quanto però è sincero il loro rapporto? Quanto davvero l’una potrà contare sull’altra? E, infine, quanti segreti una segretaria conosce quando rimane lì, nascosta e silenziosa, al centro degli eventi?
Un vero thriller al cardiopalma, quello fuoriuscito dalla penna della Knight. Un romanzo psicologico di qualità, raccontato in prima persona dalla protagonista che difficilmente dimenticheremo, la segretaria Christine Butcher, narrato a posteriori come a volerci raccontare una storia.
Il romanzo, infatti, parte dal presente per poi regalarci una narrazione che inizia diciotto anni prima per ripercorrere tutta la carriera e la vita privata di questa donna, debole, insicura, maniacale e silenziosa. La Knight regala ai lettori tutte le più intime sensazioni della protagonista, facendocela in parte amare ed in altri momenti detestare, fino a costringerci a porci delle domande inevitabili.
A cosa siamo disposti ad arrivare per la carriera? Vale la pena perdere tutto per la mera ambizione? Cosa può portare un uomo o una donna a dedicare la sua vita totalmente ad un perfetto estraneo? Quali meccanismi mentali reconditi possono condurre a compiere scelte apparentemente discutibili?
Ma soprattutto, porta a chiederci quale sia il sottile confine tra lealtà e sudditanza e quanto realmente potremo dire mai di conoscere una persona. Il gioco mentale al quale il lettore è chiamato a giocare è sottile e insidioso. È una vera lotta tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, alla continua ricerca di quel sorriso di soddisfazione che può riempire un’intera giornata.
Lo stile della Knight è limpido, scorrevole, dato anche dalla suddivisione del romanzo in numerosissimi capitoli che permettono cambi di scena e interlocutori, fermo restando sempre la protagonista, la nostra Christine (perché la si sentirà ormai come un’amica, conoscendo ogni sua riflessione) con le sue gioie e i suoi dolori, sopiti dietro un austero completo grigio, un acconciatura sobria ed un sorriso glaciale, istituzionale.
Lealtà, dedizione, affetto, insicurezza, cattiveria, egoismo, delusione e vendetta. C’è tutto in questo romanzo, vera prova di thriller psicologico al femminile, concreto percorso ad ostacoli.
Tutto ci porterà a riflettere sulle ovvie conseguenze, ma la maestria dell’autrice saprà cambiare le carte in tavola, più e più volte, non permettendo di comprendere tutto fino all’ultima parola.
Questo romanzo ci spinge con la forza in un labirinto che ci attrae come una sirena, affrontando quello che è, senza dubbio, il più complesso degli enigmi: la mente umana.
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