Siete pronti a scendere negli abissi turbolenti e ossessivi di una madre, anzi, di tre generazioni di madri? Il viaggio interiore sta per cominciare! La spinta è una storia di suspense, un dramma psicologico con il ritmo incalzante del thriller. Si tratta del primo libro di Ashley Audrain (scrittrice canadese per anni capo ufficio stampa di Penguin Books Canada) edito da Rizzoli.
La trama
Nelle prime pagine del libro ci troviamo a spiare assieme a Blythe la nuova vita del suo ex marito. Sbirciamo una scena perfetta di una famiglia felice, ne vediamo i gesti premurosi. E poi il nostro sguardo arriva su Violet, la sua conflittuale prima figlia, che a sua volta, dall’altra parte del vetro, fissa immobile Blythe.
Blythe, così come Cecilia – la madre – e prima ancora di lei Etta, la nonna, hanno sempre avuto un rapporto complesso con la maternità, con i rispettivi mariti e con le figlie. Blythe si chiede se a lei sia toccata la stessa sorte, se sia una difficoltà “genetica” o se dietro allo sguardo ribelle di Violet si nasconda qualche durezza, qualche mistero.
Quando Blythe tenta di parlarne con Fox, il marito, lui taglia corto, tutto è come dove essere, dice. È così, tra bugie, e una buona dose di non-detto che comincia la discesa nell’animo di Blythe, una donna che si trova a fare i conti con la sindrome di Medea e con tutta la complessità delle emozioni di un momento intenso, bellissimo, ma anche difficile com’è quello post-partum.
Un pensiero sul primo libro di Ashley Audrain
La spinta è una storia è viscerale, onesta, ed è un tour de force ipnotico che ci accompagna nella psiche di una donna a cui nessuno sembra credere. E siamo noi stessi a non sapere se dubitare di lei o se fidarci. Ci affezioniamo alla donna, alle sue difficoltà, alla disperazione dopo le tante notti insonni ma la domanda “c’è davvero qualcosa che non va nella figlia Violet o è tutta una follia della madre” ci martella nella testa. Siamo vicini a Blythe e alla sua vicenda e quella meravigliosa narrazione in seconda persona ci porta a toccare, sentire, odorare tutte le sensazioni che lei vive e che si intrecciano agli altri personaggi della storia. Il ritmo è incalzante e la suspense ci porta a cercare di anticipare o di immaginare quali saranno le prossime mosse.
Ai clienti del Thriller Café ne consiglio la lettura tutta d’un fiato in un weekend. La storia è così scorrevole che due giorni sono sufficienti per arrivare a scoprire nell’ultimissima pagina che… [BUONA LETTURA!]
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