La targa di Andrea CamilleriRizzoli ripropone in formato e-book La targa, un racconto di Andrea Camilleri che abbiamo già avuto il piacere di leggere nel 2011, contenuto nella collana da edicola Inediti d’Autore, proposta da Il Corriere della Sera.
Si tratta di un piacevole esperimento condotto dall’autore siciliano che affronta alcune tematiche e situazioni che spuntano spesso nella nostra narrativa, in primis l’epoca fascista vista attraverso gli accadimenti in un piccolo paese e, altrettanto potente e interessante, la riflessione sull’uomo composto da mille storie e personalità, difficile da confinare e giudicare sotto un unico aspetto.

11 giugno 1940, l’Italia è entrata in guerra da un giorno e sono in molti a festeggiare, vedendo nell’atto più atroce che l’umanità possa compiere una occasione di arricchimento, di accumulo di prestigio e potere.
Festeggiano anche al circolo “Fascio & Famiglia” di Vigata regna un’atmosfera trionfante e gioiosa, guastata però dalla comparsa di un noto agitatore antifascista, tale Michele Ragusano che, per aver espresso le sue idee politiche, si è già fatto cinque anni di confino a Lipari.

E se è vero che ne ferisce più la penna che la spada, allora Ragusano in questo campo è un vero cecchino: gli bastano infatti poche parole per ammazzare uno dei simboli del fascismo di Vigata, il novantasettenne don Manuele Persico, squadrista della prima ora che “Nel milli e novecento e vintidù, a sittant’anni passati, era stato squadrista arraggiato, col manganello e l’oglio di ricino, e si era fatto la marcia su Roma”.
Ragusano si avvicina al vecchio e gli chiede: “Il nome di Antonio Cannizzaro vi dice nenti?” e quello muore fulminato da un infarto.

Salvato per il rotto della cuffia dai fascisti che vogliono linciarlo, Ragusano finisce in carcere per omicidio preterintenzionale e per Vigata comincia un grottesco e rivelatore viaggio nell’identità di Manuele Persico: dopo il funerale solenne per lo squadrista e l’assegnazione di una pensione alla sua vedova venticinquenne, i camerata vogliono intitolargli una via con tanto di targa celebrativa, e qui cominciano i guai…

Scavando nel passato si scoprirà infatti che l’uomo era stato incarcerato con l’accusa di aver tirato sassate contro l’esercito borbonico, è stato anche socialista estremista, colpevole dell’uccisione di un fascista, e ci sono altri segreti espolti a Marsiglia…
Che fare? Continuare a modificare l’idea che si aveva dello squadrista e di conseguenza modificare anche la targa, o lasciare perdere una glorificazione che sembra sempre più problematica?

Inevitabile pensare a riflessioni simili compiute da un altro grandissimo autore della provincia di Agrigento, quel Pirandello che nelle sue opere ci ha spesso illustrato come sia difficile inquadrare e comprendere il nostro prossimo, frammentato fra mille maschere e storie.
La targa di Andrea Camilleri è lettura briosa, divertente e rapida: l’ideale per una sosta sotto l’ombrellone fra una nuotata e l’altra.

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