Nuovo libro di Frank Schätzing, su Thriller Café oggi recensiamo La tirannia della farfalla.

In Sudan un commando sta per assaltare un campo di guerriglieri quando all’improvviso un nemico sconosciuto, imprevedibile e invincibile attacca e uccide tutti.

Una farfalla sbatte le ali a Pechino e – secondo la sintesi, oltre che citazione di Bradbury, fatta dal grande Ian Malcom in Jurassic Park – a New York piove.

In California, nell’isolata e rurale Sierra Valley, le indagini su un incidente stradale mortale portano il sotto sceriffo Luther Opoku nella sede della Nordvisk, un colosso dell’innovazione tecnologica all’avanguardia nell’intelligenza artificiale come nella bioingegneria.

Inseguendo il presunto assassino Luther Opoku scoprirà quanto è profonda la tana del Bianconiglio in un universo in cui la Singolarità tecnologica è avvenuta.

Un ponte sospeso, senza parapetto, ripreso dal punto in cui inizia. O finisce, a seconda della prospettiva. In primo piano ci sono delle travi che sembrano identiche a quelle che s’intravedono in fondo; la telecamera è piazzata in alto, proprio al centro del ponte, e il suo sguardo lo percorre senza dare nessun indizio sulla sua lunghezza, sull’ampiezza o sul materiale con cui è costruito, così come su cosa attraversa. Luther ha l’impressione di scorgere una forma cangiante, che fluisce e si torce, una visione di una natura così indistinta da rendere impossibile descriverla, nemmeno tramite i concetti fondamentali di luce e ombra. Guarda quel continuum privo di angoli o pareti, senza pavimento né soffitto. Non importa su cosa sia teso il ponte, tanto è impossibile distinguere forme definite, o corpi luminosi. L’unico confine materiale sembra essere all’altro capo del ponte, dove si apre una specie di portale fiancheggiato da porte laterali.

La Tirannia della farfalla, ottavo romanzo di Schätzing, ha tutti gli ingredienti che servono per soddisfare i suoi lettori. C’è un’idea creativa valida, un tema attualissimo su una sfida politica, scientifica e tecnologica, un “mondo” da salvare.

Come Dan Brown, Schätzing scrive thriller transumanisti d’azione ma al contrario del vecchio Dan non si ripete con lo stesso schema fisso di indagine-fuga con donna bella e intelligente, etc.

Può sembrare utopistico, presuntuoso, contro natura. Contro la volontà di Dio, diranno molti. Ma non è stato Dio a creare noi. Siamo stati noi a creare lui. Dio è un algoritmo del pre-illuminismo.

Il romanzo consiste in un viaggio “pochi secondi nel futuro”, nei laboratori della Silicon Valley e nei sogni di scienziati e nerd di tutto il mondo. Sogni che celano incubi e minacce alla  specie umana e alla stabilità dell’universo stesso e della realtà. Difficile parlare della trama senza incorrere in spoiler. Il romanzo è costruito proprio alternando parti lente seguite da uno svolgimento veloce, a tratti convulso, forse a rendere un’accelerazione tecnologica in cui i personaggi protagonisti, alla ricerca di Michael Palantier, un trafficante d’armi ad altissima tecnologia, dovranno combattere con ogni mezzo e ogni secondo per sopravvivere. Rimanere in vita in una realtà riconoscibile ma a tratti via via sempre più aliena e weird come quella di Tirannia non è facile per nulla.

E non potrebbe essere diversamente: Luther Opoku si muove in un mondo in cui un’intelligenza artificiale generale, ARES, esiste e ha cominciato a inventare, fare scoperte, migliorare se stesso e… ad aprire portali verso universi paralleli.

Ares di Schätzing migliore di un Eschaton.

In quel vuoto spadroneggiavano due religioni, una votata all’ottimizzazione del sé, l’altra all’autoannientamento. In altre parole, o si mirava a potenziare l’Homo sapiens affinché acquisisse superpoteri e immortalità, o a sostituirlo con forme di vita migliorate. Sebbene fossero indietro di trent’anni, nessuno ha avuto problemi ad adattarsi a entrambe le mentalità, e il resto l’hanno fatto l’impegno e l’intelligenza.

Romanzo bello, questa La Tirannia della Farfalla, ma è vittima un po’ della grande capacità dell’autore di elaborare teorie e scenari futuri. A tratti infatti risulta fin troppo ricco e complesso, non per un eccesso di informazioni, sempre gradite perché ben scritte, quanto per un’eccessiva quantità di temi. Computer quantici, intelligenza artificiale generale e la sua gestione, insetti bio-weaponized, fine della morte, viaggi in universi paralleli, nanotecnologie e tanto altro e tutto con un ruolo nel romanzo costituiscono una folla di riferimenti che a volte fa soffrire l’intrattenimento. Oppure far davvero contento il lettore di Superintelligenza di Bostrom.

Tra gli universi che sono stati scoperti, l’UP-453 è l’unico in cui il take-off sembra imminente. La farfalla scintilla in tutto il suo splendore tra le pareti del bozzolo. La vedi muoversi. Nello stadio attuale, però, niente e nessuno può ancora indurla ad aggirare le regole scritte al suo interno. Anzi, più di qualunque essere umano, Ares è diventato un’istanza etica.

Non è Il Quinto giorno, al momento ancora il capolavoro del thrillerista tedesco, ma se si è stanchi – e si dovrebbe davvero esserlo – delle solite dinamiche da guardia e ladri, di serial killer e i poliziotti problematici ecco, sicuramente questo è un romanzo da non perdere.

È il tempo dei megaproblemi di civiltà e del rischio esistenziale globale; è piccolo svago quando non molta noia la semplice, piccola, irrilevante e intellettualmente non interessante, storia romanzata criminale o simile.

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La tirannia della farfalla
  • Schätzing, Frank (Autore)

Articolo protocollato da Antonio Vena

Già contractor civile Nato e Nazioni Unite, contract consultant e aspirante Signore del thriller pre-apocalittico italiano.

Antonio Vena ha scritto 28 articoli: