Su Thriller Café oggi una nuova recensione: il libro che abbiamo letto per voi è La vergine delle ossa, ultima fatica di Luca Masali (Castelvecchi editore).
Titolo: La vergine delle ossa
Autore: Luca Masali
Editore: Castelvecchi
Anno di pubblicazione: 2010
Pagine: 433
Cesare Lombroso fu un famosissimo scienziato, che sosteneva una tesi basata sul fatto che, in base alla conformazione cranica di una persona, si poteva capire fin dalla nascita in che cosa si sarebbe trasformata, se delinquente nato, pazzo morale, prostituta nata, omicida, adultera ecc.,
E per accertarlo, misurava le scatole craniche con appositi strumenti, come il compasso antropometrico, su corpi ormai trapassati o su esseri umani viventi.
Nel romanzo, alla ricerca di nuove conferme, il criminologo si imbatte anche in Emilio Salgari, scrittore nonché capitano di mare, che a seguito di un tentativo di suicidio a causa di una grave forma di depressione (e questa è storia vera, ragazzi!), fu rinchiuso in manicomio. Gli amici che gli fanno compagnia sono i personaggi dei suoi libri, da Yanez a Sandokan, in attesa di poter riabbracciare la perla di Labuan (nella vita vera fu il soprannome della moglie, Ida Peruzzi, famosa attrice, che perse il senno e fu rinchiusa in manicomio). I protagonisti dei libri sono così radicati nella mente dello scrittore, che spesso si confondono e si fondono in lui, fino a creare sdoppiamenti di personalità, per cui dialoga con se stesso, impersonando Yanez e Salgari contemporaneamente.
Anche la sua testa, nel romanzo, viene misurata dal professor Lombroso, che confuta la pazzia dello scrittore.
Un mistero aleggia nella città, strani omicidi si susseguono con un modus operandi sempre uguale. Vengono uccise delle prostitute e dal loro corpo vengono asportati frammenti di ossa.
Colpevole sembra essere un ragazzo, di professione carabiniere, il quale soffre di strane visioni e, in trance, vede la Vergine Maria, sofferente, che cerca di parlargli. In quel frangente, perde il senso del tempo e del luogo. Catturato, anch’esso viene rinchiuso in manicomio.
E quale occasione migliore per lo scienziato di analizzare un simile cranio?
Spiegato così, sembrerebbe interessante e, fino a un certo punto, lo è anche stato. Solo che lo scrittore si è dilungato troppo nel descrivere le avventure e le peripezie dei protagonisti per arrivare a scoprire il colpevole degli efferati omicidi e, nel punto di massima tensione, non ha sviluppato bene il senso del racconto. Tanto da lasciarmi un senso di… sospensione e di dubbio.
Ha delineato il profilo dei personaggi in modo molto dinamico, a tratti divertente (direi quasi grottesco) e forse sono stati più questi a caratterizzare il romanzo, più della trama stessa, che risulta quindi lacunosa.
Masali ha uno stile di scrittura molto fluido, anche se un editing più approfondito avrebbe forse permesso di dargli qualche punto in più. Complessivamente, romanzo discreto.
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