L’abbazia dei cento peccati, uscito il 3 luglio per i tipi di Newton Compton, segna il ritorno sulle scene di Marcello Simoni, un autore che ormai non è certo più una rivelazione del thriller storico.
Marcello Simoni esordisce nel 2011 con Il mercante di libri maledetti, pubblicato sempre da Newton Compton e fin da subito grande successo in testa alle classifiche, tanto che non stupisce la vittoria del prestigioso Premio Bancarella l’anno dopo. La carriera di scrittore di Simoni, archeologo e bibliotecario, è quindi esplosa in pochissimo tempo, portando all’attenzione del pubblico parte del suo ricco apparato di ricerche storiche e artistiche riguardanti l’abbazia di Pomposa.
In L’abbazia dei cento peccati la penna dell’autore romagnolo racconta una vicenda che ha inizio nel 1346, quando il valente condottiero Maynard de Rocheblanche è appena uscito illeso da una disfatta militare. Mentre abbandona la zona del combattimento entra per caso in possesso di una pergamena che sconvolge totalmente la sua esistenza. Essa contiene infatti un misterioso enigma che fa riferimento a una reliquia, il Lapis Exilii. Sono in tanti a volerla possedere, tanti e soprattutto molto potenti. La reliquia è infatti oggetto delle brame di personaggi d’alto rango, come per esempio il cardinale di Avignone e il principe di Lussembrugo.
Maynard è consapevole dell’importanza del suo ritrovamento e anche della necessità di darsi alla fuga, con l’obiettivo di salvare la pergamena e di sciogliere l’enigma.
Il suo peregrinare lo porta prima a Reims, presso il convento dove una delle sue sorelle è badessa, poi a Pomposa. Le antiche mura dell’abbazia fanno da scenario ad alcuni incontri importanti, come quello con l’abate Andrea e con il giovane pittore Gualtiero, che si offrono di accompagnarlo nell’avventura di disvelamento del mistero, conosciuto da un inquietante monaco dai tratti somatici deformi.
Con questa avventura torna in prima linea uno scrittore che è stato una delle sorprese più interessanti della letteratura italiana degli ultimi anni e che ha portato all’attenzione della critica internazionale la vivacità e la poliedricità di un talento capace di stupire per la profondità del dettaglio storico e per la capacità di costruire una trama densa e appassionante.
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