Oggi al Thriller Café recensiamo Lady Chevy, uno stupendo romanzo d’esordio dello scrittore americano John Woods, edito in Italia da Enne Enne editori.

Benvenuti a Barnesville, Ohio. È una cittadina ai piedi degli Appalachi e un tempo doveva essere una specie di paradiso terrestre, fatto di cielo azzurro e montagne. Oggi no, oggi la terra trema e l’acqua puzza di cherosene, a volte prende fuoco. Di notte, i vapori incendiati delle trivelle disegnano un’aurora boreale tossica nel cielo. Lo chiamano fracking, è un processo di estrazione del petrolio tramite l’uso di acqua e sostanze chimiche iniettate nel terreno ad altissima pressione.

Il suo nome è Amy Wirkner, ma tutti la chiamano Lady Chevy, perché ha “un didietro ingombrante come una Chevrolet”. Suo padre, un uomo mite e gentile, ha ceduto i diritti di estrazione alla compagnia petrolifera, la Dermont, e adesso la roulotte in cui vivono è circondata da desolazione e fumo. Sua madre è la figlia di un Gran Dragone del Ku Klux Klan, e di notte scende in città per notti di alcol e sesso. Il fratellino appena nato di Amy soffre di una grave forma di epilessia.

Amy sta per lasciarsi alle spalle tutto questo: i bulli, le angherie e il dolore che albergano tra le mura di casa e in quella cittadina che le va troppo stretta. Studia seriamente, vuole iscriversi al college e diventare veterinaria.

Una notte, però, verrà alla sua porta Paul, suo amico di infanzia e amore segreto, a proporle di aiutarlo in un’azione folle, per farla pagare alla compagnia petrolifera che avvelena le loro vite. Amy dovrà compiere una scelta… e da quella scelta dipenderà il suo futuro.

È difficile intrappolare un romanzo come questo nella gabbia di un genere. Certo, Lady Chevy è un noir a tutti gli effetti, ci sono omicidi e una violenza brutale che sembra pronta ad esplodere ad ogni pagina. C’è anche un’indagine poliziesca dai ritmi serrati, disegnata con dialoghi secchi e asciutti, e uno sceriffo che… non vi dico nulla, ma vale la pena di scoprirlo. Lo sviluppo ricorda quello di un classico come “Delitto e castigo” di Dostoevskij (non lo si menziona mai, ma è uno dei più bei “gialli” di sempre!), ma Woods gioca con queste due categorie semantiche e riesce a sorprendere, a far pensare.

Ma c’è di più. Lady Chevy è un eccezionale romanzo di formazione: Chevy lotterà come un leone (giusto per citare un titolo di un autore che sento molto affine a John Woods, ovvero Brian Panowich), per difendere suo futuro, e nel farlo dovrà confrontarsi con il proprio lato oscuro. Come va a finire? lo scrittore lo lascia decidere al lettore. Alla fine del libro, infatti, sarete voi a dover decidere come considerare la sua protagonista, se vittima o carnefice, se portatrice di luce o di tenebre.

E di tenebre in questo libro ce ne sono molte. Troverete rednecks armati fino ai denti, con tanto di pick-up e bunker sotto casa. Troverete una logica di violenza spietata, razzista fino al midollo, e pronta a sfociare in guerra.  Intrecciate a questo tema, tutta una serie di sotto-tracce: l’ecologismo legato al problema dell’estrazione petrolifera, l’obesità, il trauma dei reduci dell’Afghanistan, la religione. Insomma, attraverso questa vicenda, John Woods ci racconta l’America di oggi, quella di Trump e dell’assalto al Campidoglio.

 Il tutto si riassume in una frase lapidaria e poco consolatoria di Chevy: “Il terreno sotto di noi non è instabile. Semplicemente non esiste”.

Ci sarebbe ancora da parlare dei personaggi secondari, così ben delineati da “vivere” letteralmente tra le pagine, rendendo la lettura irresistibile, ma lascio a voi il piacere della scoperta. Concludo invece con un grande grazie per la casa editrice NN, che continua a non sbagliare un colpo e a regalare ai lettori italiani incontri indimenticabili con autori di livello altissimo. Da Kent Haruf a Tom Drury, da Brian Panowich a James Anderson, non c’è pericolo di sbagliare se pescate nel loro catalogo. Un’altra cosa che mi piace tantissimo di questa casa editrice, oltre alle copertine, sono le quarte di copertina. Vi lascio con quella di Lady Chevy:

“Questo libro è per chi da piccolo inseguiva il bagliore delle lucciole nei boschi, per chi ha intravisto l’abisso nelle pagine di Cuore di tenebra, per chi cambia le parole delle canzoni trasformandole in incantesimi, e per chi sa che andarsene non significa soltanto fuggire da qualcosa, ma anche correre incontro a ciò che da sempre sappiamo di meritare.”

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Lady Chevy
  • Woods, John (Autore)

Articolo protocollato da Gian Mario Mollar

Classe 1982, laureato in filosofia, Gian Mario Mollar è da sempre un lettore onnivoro e appassionato. Collabora con siti e riviste di ambito western e di recente ha pubblicato I misteri del Far West per le Edizioni il Punto d’Incontro. Lavora nell’ambito dei veicoli storici e, quando non legge, pesca o arranca su sentieri di montagna.

Gian Mario Mollar ha scritto 96 articoli: