A poco più di un anno dall’uscita dell’acclamato L’affare Cage, ecco che Piemme ci offre L’albero delle ossa, il seguito dell’opera precedente di Greg Iles.
L’albero delle ossa è apparso in originale nel 2015 con il titolo di The Bone Tree e giunge a noi con la traduzione di Anna Martini e Carla Palmieri.
Arriviamo quindi al secondo capitolo della trilogia pensata da Greg Iles, trilogia che ha avuto una origine particolare che vale la pena raccontare.
Nel marzo 2011 Greg Iles, che stava già lavorando a L’affare Cage, fu coinvolto in un terribile incidente stradale che, oltre a costringere i medici ad amputargli parte della gamba destra, lo lasciò in coma farmacologico per più di una settimana, periodo nel quale morì suo padre, un medico che lo scrittore aveva sempre tenuto in massima considerazione e che considerava suo mentore.
All’uscita del coma la sua attitudine nei confronti della vita era radicalmente cambiata e ciò si ripercosse anche sulla scrittura del romanzo, che subì vari mutamenti di psicologia e divenne una trilogia con scopi e ambizioni più grandi e importanti, in primis una accentuata attenzione nei confronti di razzismo, problemi sociali, politica e viaggio nell’inconscio.
Nel primo capitolo avevamo lasciato Penn Cage, sindaco fresco di nomina della cittadina di Natchez, alle prese con la misteriosa morte di una anziana signora di colore, morte nella quale sembrava coinvolto anche suo padre.
L’albero delle ossa comincia in pratica senza alcuna distacco temporale rispetto ai fatti accaduti ne L’affare Cage: scopriamo cosa ci attende nel romanzo centrale della trilogia.
Di giorno in giorno Penn Cage, l’avvocato diventato sindaco di Natchez, Mississippi, scopre che il suo incarico e ruolo si rivela di una difficoltà crescente, che mette a dura prova le sue abilità ed energie. Come se essere un sindaco bianco di una cittadina immersa nel profondo Sud degli Stati Uniti, zona che si trascina ancora enormi problemi di razzismo, non fosse abbastanza, si ritrova anche a essere il figlio di un uomo accusato di aver ucciso una donna nera.
L’atmosfera che si respira nella cittadina riflette, in modo amplificato ed esacerbato, il clima plumbeo che avvolge tutta la nazione, in un’America che non è ancora riuscita, oppure non vuole, superare certe ferite del passato e continua a operare una profonda e violenta discriminazione a tutto vantaggio di personaggi potenti che possono approfittare dei contrasti e della subordinazione dei neri.
Gli stessi gruppi che fomentavano odio mezzo secolo prima sono ancora in attività, hanno semplicemente cambiato nome: i Doublé Eagle si ispirano al Ku Klux Klan e talvolta sembrano poter spadroneggiare e agire indisturbati, anche perché nelle stesse istituzioni, fra aule di tribunali e uffici di polizia, serpeggia un razzismo che annulla ogni promessa di uguaglianza.
La situazione è scoraggiante e sembra difficile agire contro l’immobilismo e certe atroci tradizioni, ma Penn Cage non può esimersi dall’andare fino in fondo alla faccenda e affrontare dei veri e propri mostri che speravamo estinti da tempo.
Nel frattempo Greg Iles ha già annunciato, sul suo sito ufficiale, che il 28 marzo 2017 uscirà il volume conclusivo della trilogia, dal “promettente” e programmatico titolo di Mississippi Blood.
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