Al bancone del Thriller Café, ogni cliente ha i suoi gusti: c’è chi ordina un espresso forte come un colpo di scena e chi preferisce un tè leggero, che accompagna una storia morbida. Ma se qualcuno dovesse mai chiedermi una Coca Cola “senza bolle” (il mio equivalente di una pizza con l’ananas)… beh, qui al bancone avremmo sicuramente qualcosa da ridire, proprio come Manolo Moretti, il pizzaiolo protagonista dell’ultimo romanzo di Cristiano Cavina, “L’ananas no“.
Cavina ci porta direttamente nella calda atmosfera romagnola di fine estate, tra ombrelloni che si chiudono e locali che abbassano le serrande. Ma al Gradisca di Galatea a Mare, una pizzeria che si distingue per i suoi personaggi pittoreschi e improbabili, si inizia a respirare tutt’altro che relax. Il giallo si fa strada tra le pizze, e quando il Dottor Quadalti collassa faccia in giù su una Pizza con i Porcini, la trama prende una piega avvincente.
Manolo Moretti è un ex sovrintendente della polizia penitenziaria che ha abbandonato le uniformi per impastare pizze. Eppure, il suo passato e i guai sembrano inseguirlo anche dietro il forno a legna. Insieme a un cast di personaggi da commedia italiana – dal proprietario Vittor Malpezzi, un ex detenuto che gestisce la pizzeria, alla cameriera Channèl, appassionata di crime stories – si ritrova coinvolto in un’indagine surreale che ricorda più Don Camillo che Jessica Fletcher.
Il romanzo di Cavina è un giallo atipico, che non cerca la perfezione investigativa, ma piuttosto si gusta come una buona pizza: semplice, divertente, con quel tocco di profondità che fa riflettere sulla vita di chi, come Moretti, è alla deriva ma trova ancora un filo di speranza tra i suoi impasti. Le riflessioni del protagonista sono condite da un’ironia pungente che fa ridere e allo stesso tempo tocca corde più malinconiche, soprattutto quando ci rendiamo conto che Manolo sta cercando di nascondersi dal suo passato più di quanto non nasconda il cornicione della pizza sotto la mozzarella.
“L’ananas no” non è solo un giallo da leggere sotto l’ombrellone, è una storia che ti accompagna nel cuore della Romagna di settembre, quando l’estate sembra finire, ma qualcosa di più profondo è pronto a cominciare. E se Manolo riuscirà mai a uscire dai suoi guai, lo scopriremo forse nei prossimi episodi, perché Cavina sembra averci lasciato uno spiraglio per nuove avventure.
Se siete alla ricerca di un giallo che intrattiene senza prendersi troppo sul serio, ma che al contempo sa toccare le corde giuste del cuore, “L’ananas no” è quello che fa per voi. E, per quanto riguarda l’ananas sulla pizza, al Thriller Café siamo tutti d’accordo con Moretti: meglio di no!
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