“Abbiamo una grande missione che ci attende,” disse Nielsen “una missione che ci richiederà grandi sacrifici.”
Hardrup annuì. Il vento gli scompigliò i capelli.
“Dio ci parlerà” continuò Nielsen.
Sollevò le mani e le incrociò di fronte al viso.
Hardrup fisso quelle mani e si sentì più sicuro. La sua pelle inizio a formicolare.
Era tutto chiaro. Era arrivato il momento di compiere il passo successivo.
Questo è un passo delle prime pagine del libro e che subito ci proietta al centro della trama del romanzo.
Può un individuo agire contro la propria moralità, mentre è in stato di ipnosi? La risposta è senz’altro sì, e “L’angelo senza volto” (“Murderous Trance” in originale) Edizioni Piemme, ci racconta come.
Scritto a quattro mani da Kevin Frazier e Arto Halonen e ispirato ad accadimenti veri, questo romanzo merita una citazione nella schiera dei libri che si occupano di manipolazione delle menti altrui.
Siamo a Copenhagen in Danimarca, nel 1951. Il mondo è da poco uscito da una devastante guerra, e la memoria degli orrori è ancora viva. Un uomo vaga lungo strade ricoperte di neve, in apparenza senza alcuna meta. Entra in una banca ed estrae un’arma per compiere una rapina. Senza alcuna ragione, uccide il direttore ed un impiegato.
L’uomo viene arrestato subito dopo. Si chiama Palle Hardrup, ed è da poco uscito dal carcere, dopo aver scontato una pena a causa della sua collaborazione con i nazisti.
Anders Olsen, l’ispettore a cui è assegnato il caso e che lo interroga, intuisce subito di trovarsi di fronte a qualcosa di molto insolito. Hardrup afferma di non ricordare nulla della rapina e anche gli altri testimoni confermano di aver avuto la sensazione che il rapinatore fosse in una specie di trance.
Mentre prosegue nell’indagine, scopriamo qualcosa di più della vita privata del nostro investigatore. Olsen è un uomo tutto d’un pezzo, dedito al lavoro come ad una missione, più per un desiderio di giustizia che di realizzazione di sé stesso. E se la sua attività investigativa lo pone di fronte a delle incertezze, anche quella familiare non è da meno. La moglie Maria, infatti, ha da poco perduto il figlio che aveva in grembo a causa di una caduta e cerca faticosamente di tornare alla realtà quotidiana, senza però rendersi conto di precipitare lentamente in un abisso di depressione.
Dopo varie indagini e grazie alla collaborazione del Dr Dabrowski, un esperto nel campo dell’ipnosi, Olsen giunge alla conclusione che Hardrup è stato ipnotizzato da un noto criminale e manipolatore di menti, che si cela sotto il nome di Angelo Custode, con il quale inizia il gioco del gatto con il topo.
Il romanzo si basa su fatti realmente accaduti e ci consegna una visione un po’ fredda e spettrale della Copenhagen dell’immediato dopoguerra, dove sono ancora pesanti gli strascichi dell’eredità lasciata da Hitler con le sue teorie circa la superiorità della razza.
I dialoghi sono ben costruiti e lasciano poco spazio alle descrizioni, come è necessario per questo genere di romanzi. Il merito principale di questo thriller psicologico è di instillarci un senso di inquietudine: comprendere come sia facile poter manipolare la mente umana con le parole e l’ipnosi allo scopo di poter raggiungere qualsiasi scopo, anche illecito.
La narrazione è incalzante che rende la lettura piacevole e scorrevole, di quelle che quando inizi vuoi subito capire come vada a finire.
I due autori sono Kevin Frazier e Arto Halonen, entrambi residenti a Helsinki, in Finlandia. Kevin Frazier è un critico letterario, autore di romanzi e saggi. Ha pubblicato, insieme a Arto Halonen, il saggio Shadow of the Holy Book, nominato in Polonia per il Ryszard Kapuscinski, uno dei premi più prestigiosi per la saggistica.
Arto Halonen è di mestiere regista e sceneggiatore. Tra i suoi film c’è, per l’appunto, The Guardian Angel, uscito nel 2018 e ispirato agli stessi eventi sui quali si basa il romanzo. Il film, una coproduzione girata in Croazia, ha come interpreti alcuni bravi attori, tra cui Pilou Asbæk (l’Euron Greyjoy di Game Of Thrones) e Josh Lucas (Beautiful Mind, Sweet Home Alabama), ed ha vinto il prestigioso Best Feature Film ai ìGold Movie Awards di Londra.
Sul tema della manipolazione della mente non mancano altri ragguardevoli racconti, come quello di Walter H Wager, dal quale Don Siegel trasse nel 1977 il pregevole Telefon, interpretato da Charles Bronson e Lee Remick, che raccontava la storia degli “agenti dormienti”, inviati dal KGB russo negli USA durante la guerra fredda, e che venivano risvegliati dai versi di una poesia, per compiere la propria missione.
Un altro affascinante romanzo sul genere, è The Manchurian Candidate di Richard Condon, dal quale furono tratte due versioni cinematografiche. La prima, nel 1962, intitolata Và e uccidi, diretta da John Frankenheimer e interpretata da Frank Sinatra e Janet Leigh. La seconda, con lo stesso titolo del romanzo, uscita nel 2004, regista Jonathan Demme, e protagonisti Denzel Washington e Meryl Streep. La trama, anche qui, racconta del lavaggio del cervello subito da un soldato per trasformarlo in un killer inconsapevole, con la missione di assassinare un noto esponente politico americano.
Come vedete, c’è abbastanza materiale in giro per comprendere quanto fragile e malleabile possa essere la nostra mente.
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