Su Thriller Café recensito il romanzo di Rosa Mogliasso, premio selezione Bancarella 2010 : L’assassino qualcosa lascia.
Titolo: L’assassino qualcosa lascia
Autore: Rosa Mogliasso
Editore: Salani
Anno: 2009
Pagine: 281
Una scrittura originale quella di Rosa Mogliasso che esordisce con “L’assassino qualcosa lascia”, laureata in storia e critica del cinema si dedica da alcuni anni a questa professione unita alla passione per il teatro, l’autrice fa addentrare il lettore nel cupo dinamismo del thriller italiano con una combinazione di efficienza linguistica e puro paradosso intellettuale, regalandoci sequenze ironiche su temi noir, dove il realismo deambula sul filo del rasoio insieme al fittizio.
Scenario del racconto è una Torino cosmopolita nella quale si muovono i ricchi nascosti dietro la parvenza di persone per bene nelle loro esistenze preconfezionate di agio e opulenza; extra comunitari che si adattano al minimalismo fuori porta e giovani incapaci di vivere la quotidianità senza alcool e droghe, riflesso della società ben pensante ma spesso poco pratica nell’espletamento di un’esistenza comune. Alma Peressi, donna dalla vita agiata che ostenta una vanità ingombrante, vive a Torino una vita comoda, fatta di abiti firmati e chirurgia plastica, di macchine lussuose e servitù che gira per casa. L’avvocato Giancarlo Peressi è suo marito, anteposta la propria carriera agli affetti famigliari, accusa una mancanza di rapporto con la propria figlia ora scomparsa. A indagare sul caso il commissario Barbara Gillo, donna poco incline agli eccessi e sposata al proprio lavoro, il commissario Zuccalà da poco trasferitosi dalla Sicilia viene affiancato a Barbara sulla quale cerca di elargire le proprie conoscenze procedurali per attirare la sua attenzione. Sulle prime l’indagato numero uno è un certo Salvatore Cascio, proprietario di un locale di tendenza e fidanzato della scomparsa Verena detta da tutti Titti, giovane donna scontenta della propria vita che riversa la sua inettitudine in sostanze illecite. Durante le indagini portate avanti con zelo e professionalità dal commissario Gillo e i suoi collaboratori, salteranno fuori tanti scheletri dall’armadio. I primi saranno proprio quelli dell’avvocato Peressi che coltiva nell’intimità certi gusti poco convenzionali e di cui la moglie è a conoscenza, vizi che lo porteranno sulla via della perdizione. Alma Peressi donna inconsolabile cerca consolazione tra le braccia di Solom, il maggiordomo tutto fare della casa. Extracomunitario devoto che incarna istituzionalmente il ruolo cui lo identifica la società, fagocitato dalla posizione della padrona di casa si farà coinvolgere in questo complicato menage famigliare. Linguaggio a volte un po’ irriverente nell’uso di certi vocaboli popolari che l’autrice utilizza secondo i propri stilemi di narratrice fresca e slegata da certe barriere di pudore linguistico. Ironica al punto giusto, Rosa Mogliasso sa donare un tono atipico al noir convenzionale, regalando al lettore personaggi autentici che abitano nelle pagine con disinvoltura e quel pizzico di crudeltà che riserva a volte la vita.
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