Appena uscito per Longanesi, oggi recensiamo al Thriller Café Lazarus, il nuovo romanzo di Lars Kepler che segue il precedente Il cacciatore silenzioso.
Settimo appuntamento con il ciclo dedicato a Joona Linna, commissario della polizia criminale di Stoccolma nato dalla penna dei coniugi Ahndoril, meglio conosciuti come Lars Kepler. Evidenzio subito che in questo thriller sono inseriti numerosi rimandi ai precedenti romanzi, utili come ripasso per chi li ha letti, e soprattutto ottimo riassunto per chi si avvicina alla serie per la prima volta.
In Lazarus abbiamo la polizia di Oslo alle prese con un delitto particolare: è stato ucciso un “ladro di cadaveri”. Nel suo appartamento infatti gli inquirenti hanno trovato parecchi resti di corpi a diversi stadi di decomposizione, e – cosa ancora più inquietante – anche il cranio della moglie del commissario Joona Linna, della polizia criminale svedese. La donna era morta di cancro qualche anno prima ed era sepolta in Finlandia; qui la sua tomba è stata profanata.
Un quadro bizzarro e rivoltante che si complica ulteriormente quando a Rostock salta fuori il cadavere di uno stupratore, nel cui telefono c’è il numero di Joona Linna. L’uomo aveva chiamato il commissario un paio di giorni prima di essere ammazzato. Ovviamente Linna si precipita sul posto per indagare assieme agli inquirenti locali. Cosa lega il commissario alle due vittime? Questo non è chiaro, ma è chiaro invece cosa le accomuna tra loro: i segni di flagellazione sulla schiena sono la chiara firma di Jurek Walter, il peggior serial killer della storia europea. Eppure lo stesso Jurek Walter non è più di questo mondo da parecchio. Era stata Saga Bauer a eliminarlo: la commissario dei Servizi segreti svedesi lo aveva steso con tre colpi al petto dopo un lungo inseguimento. Il corpo era finito in mare, ma poi l’identità era stata confermata dalla perizia medico-legale e dai campioni di DNA estratti. Non può trattarsi di Jurek, eppure Joona Linna non può fare a meno di pensarci, mentre altre vite vengono recise e i delitti firmati sempre allo stesso modo…
I primi due delitti citati nella trama, sono solo il principio di una catena violenta e crudele di omicidi in apparenza scollegati: sarà il commissario Linna a ipotizzare un filo conduttore, che risulta però debole e quasi impossibile da prendere in analisi. Anche la sua squadra – compresa Saga Bauer, bellissima e preparata agente speciale della Säpo – nutre seri dubbi nonostante la stima e la fiducia riposte nel protagonista. Le indagini prendono quindi due strade diverse destinate, naturalmente, a congiungersi.
Lazarus è un thriller psicologico e di azione al cardiopalma, crudo, spietato, claustrofobico, che non concede pause al lettore: se l’obiettivo degli autori è quello di sottolineare quanto l’ossessione e la spietatezza di un essere umano possano raggiungere livelli incalcolabili di lucida follia, allora lo hanno centrato in pieno e in maniera efficace e convincente. Molti dei personaggi pagheranno un prezzo troppo alto nell’ansimante corsa contro il tempo verso la verità; numerosi saranno gli errori di valutazione della mente contorta dell’antagonista; immenso il dolore che scaturirà dalle scelte.
Il ritmo è concitato e veloce, lo stile limpido e pulito: i miei complimenti dunque a Lars Kepler e al traduttore Andrea Berardini per aver reso tangibili le sensazioni da brivido che accompagnano il lettore fino all’ultima pagina.
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