Le acque del nord di Ian McGuire è il romanzo di cui parliamo oggi qui al Thriller Café. Per entrare nella giusta atmosfera, sarà necessario abbassare le luci e trasformare il Café in una squallida taverna del porto di Hull, nello Yorkshire inglese. Siamo a metà Ottocento e il locale è tutt’altro che elegante: “Il bar è quasi vuoto a quest’ora del mattino. C’è un fuoco basso nella gratella e odore di fritto”.
Appoggiato al bancone bisunto troverete Henry Drax, di professione arpioniere di balene, intento a barattare il suo coltello a serramanico per un ultimo sorso di rum. Non lasciatevi ingannare dal suo aspetto trasandato: sotto gli stracci e la sporcizia si nasconde un assassino pericoloso ed efferato. Non si può definirlo crudele: per Drax uccidere non ha connotazioni morali. È, piuttosto, un bisogno primario, proprio come il sesso o la sopravvivenza stessa. Drax è “l’empio e selvaggio artefice di trasformazioni sanguinolente”, che “azzanna il mondo come un cane morde l’osso: niente gli è oscuro, niente è alieno ai suoi foschi e feroci appetiti”.
Tra poco, Drax si imbarcherà sulla Volunteer, una nave baleniera diretta verso le acque del nord che danno il titolo al romanzo, ricche di cetacei da trasformare in prezioso olio. C’è qualcosa di sinistro intorno alla nave: è guidata da un comandante che ha alle spalle un tragico naufragio e, ancor prima della partenza, qualcuno sa già che dovrà affondare. Prima che il sole sorga e giunga il tempo di partire, però, le mani dell’arpioniere si tingeranno di sangue.
Nel claustrofobico contesto della nave, puntino nero sperduto nell’immensità delle onde e del ghiaccio, il destino di Drax si incrocerà tragicamente con quello degli altri membri dell’equipaggio e in particolare con quello di Patrick Sumner, vero protagonista della storia.
Sumner non ha il fisico da eroe: è un irlandese basso e fragile, ex medico dell’esercito. In India, una fucilata durante la rivolta dei sepoy lo ha lasciato sciancato e, in qualche punto del suo oscuro passato, la sua vita è stata travolta dalla “gelida marea del disonore”. Da allora, il suo unico sollievo è un paradiso artificiale di “destrutturata beatitudine”, costruito con il laudano e l’oppio. In questo viaggio pericoloso e disperato avrà una seconda occasione.
Le acque del nord è un romanzo che ha il respiro dei classici e sfugge alle classificazioni. È senz’altro un avvincente romanzo di avventura, ma i toni cupi e gli omicidi lo fanno sconfinare nel thriller. McGuire è un accademico di Manchester e ha “fatto i compiti” alla scuola dei grandi: nel suo libro troviamo l’eco di Melville, anche se manca la coralità che ha reso Moby Dick immortale, ma anche quello di Conrad, perché Sumner ha la stessa sete di redenzione di Lord Jim. C’è anche Stevenson e, più in generale, la corrente del realismo americano, che l’autore ha studiato approfonditamente. L’ambientazione artica, poi, fa venire in mente anche opere più recenti: in quanto a tensione narrativa, Le acque del nord non ha niente da invidiare a un grande thriller storico come “La scomparsa dell’Erebus” di Dan Simmons.
Malgrado tutte queste referenze blasonate, il libro di McGuire è tutt’altro che un esercizio di stile. Al contrario, al di sotto del lessico curato e della struttura impeccabile, lo si sente palpitare di vita e di realtà, una realtà che viene dipinta dall’autore con un mezzo non troppo usuale in letteratura (Suskind escluso): l’olfatto. Le acque del nord è un libro fatto soprattutto di odori, spesso di puzze. Lo si capisce fin dalle prime righe: “Guardate quell’uomo. Esce dal cortile di Clappison, s’immette in Sykes Street e respira l’aria complessa: trementina, farina di pesce, senape, grafite, la solita greve puzza di piscio dei pitali svuotati al mattino […] Percepisce l’odore rosa del sangue della macelleria suina, il sudicio ondeggiare delle sottane di una donna. Pensa alla carne, animale, umana, poi pensa ancora”. Si dice che l’olfatto sia il più istintivo, il più primitivo tra i sensi: proprio grazie a queste sue caratteristiche l’autore lo sceglie come via preferenziale per addentrarsi nella psiche omicida e selvaggia di Drax.
Il libro è stato pubblicato nel 2016 e tradotto in Italia da Einaudi nel 2018. Quest’anno la BBC produrrà una miniserie di quattro puntate tratta dal libro, per la regia di Andrew Haigh. Il feroce baleniere Drax sarà impersonato dall’eclettico Colin Farrell.
Recensione di Gian Mario Mollar.
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