Torna il commissario Antonio Indelicato, per tutti Nenè. Dopo averlo incontrato in “Una questione di equilibrio” (Giallo Mondadori, 2023) con “Le spine del ficodindia” (Giallo Mondadori, 2024) ritroviamo la sua umanità, la serietà e il sorriso, il mistero e l’indagine.

Gaspare Grammatico (Erice, 1970), ci porta in una Trapani suggestiva che grazie ai personaggi da lui creati, si riempie di luci e ombre, di figure bizzarre e uniche capaci di grandi slanci di generosità e altre tragiche, crudeli, rabbiose.

La città che l’autore ci regala avrebbe reso felice Italo Calvino, perché come il “Visconte dimezzato” in lei e in coloro che la abitano vivono due anime in un solo corpo. C’è il bene e il male, a volte in equilibrio, ma altre volte una parte è preponderante e allora si incontrano per la strada santi e demoni.

Il romanzo si apre in una mattina tranquilla per Indelicato, con il semplice compito di accompagnare la figlia quindicenne a scuola, lasciandola a duecento metri dall’istituto, niente baci, nessuna smanceria, perché gli adolescenti si sa certe cose non le sopportano e sottostanno a regole che gli adulti hanno dimenticato. Sarà proprio qui che Nenè si imbatterà nel primo inciampo: l’aggressione tramite mattarello di una professoressa.

Segue poi una chiamata urgente, perché alla sede di una radio prima e di una televisione poi, è stato recapitato un pacchetto contenente denti umani. Abbiamo finito? No, perchè in commissariato arriva anche la denuncia della duplice scomparsa di due ragazze. Quando si dice che il buon giorno si vede dal mattino…

L’opera parte subito con un ritmo sostenuto, che terrà fino alla fine, continuando a interessare e incuriosire. Mentre le pagine passano e i capitoli si snodano, si percepisce bene l’attitudine e il mestiere di chi scrive, che è autore televisivo e da anni lavora nella squadra del programma “Fratelli Crozza”. Grammatico bilancia benissimo la tensione, annulla i tempi morti inserendo piccoli intermezzi divertenti, che possono essere la tipicità di un personaggio o uno scambio di battute in un dialogo. Ma la cosa che colpisce maggiormente è il cuore, l’emozione genuina che si avverte. Negli spaccati di Trapani che ci vengono offerti, nello stesso Nenè e nella sua situazione di padre single, come nei rapporti con la sua squadra, si ritrova tanta emozione, mentre dubbi, riflessioni e opinioni si snodano tra le parole.

Il caso da indagare è protagonista, non mancano complicazioni che sono un continuo richiamo all’attenzione del lettore.

Anche il titolo ha il suo perché, anzi un doppio perché. Le spine del ficodindia entrano in causa in senso materiale e metaforico, andando nuovamente a incontrare l’idea già messa in campo con il “Visconte dimezzato” di Calvino. Il ficodindia ha due spine, alcune sono ben visibili, grandi e bianche, altre sono piccolissime, sottili e nere e sono proprio queste che si infilano sottopelle e sono difficili da togliere, mentre fanno male. È questa dualità, che esiste in natura e che si ritrova negli esseri umani, la radice su cui il giallo si fonda, s’innalza e insegna.

Mentre la lettura si fa appassionante e anche commovente, ci si rende conto di quanto Nenè sia il contrario del suo cognome, Indelicato. Il commissario è attento, premuroso, si preoccupa, si arrabbia, si colpevolizza. A volte appare goffo, ma è un vero combattente, resiliente e tenace, e alla fine verrà a capo di ogni cosa e in ogni ambito, lavorativo e privato.

Un tempo i gialli erano considerati letture di serie B, semplici scritti di evasione, leggeri. Oggi sempre più ci rendiamo conto di quanto siano profondi, non banali, illuminanti.

Se poi sono ambientati in Italia, nel nostro territorio e nelle nostre città, amate dagli autori che ci hanno vissuto e dove ritornano appena possono, come Grammatico con la sua Trapani, sono letture ancora più immersive e preziose.

Le spine del ficodindia” per indagare nelle luci e nelle ombre dell’animo umano. Siete pronti a incontrare il bene e il male?

Un libro che amerete.

Recensione di Tatiana Vanini.

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Articolo protocollato da Tatiana Vanini

Biologa per studi e mamma a tempo pieno, sono una lettrice compulsiva da quando, a otto anni, ho scoperto i romanzi gialli. La mia passione è nata con “Poirot e i Quattro” di Agatha Christie e non si è ancora spenta. Leggo gialli e thriller, sì, ma sono autrice di romanzi fantasy umoristici come La saga di Etreia, con i due volumi di “Veni, vidi... Etreia!”, la raccolta di racconti “Schegge di ordinaria allegria” (auto pubblicati) e poi nel 2023 è uscito per Edizioni Convalle “Scacco di torre per l'ispettore Ovvius” dove sono finalmente approdata al giallo anche nella scrittura. Gioco a D&D, scrivo recensioni e colleziono puffi. Adoro il Natale alla follia e quindi, i romanzi che prediligo sono proprio i mistery classici all'inglese ambientati nelle feste. Non c'è nulla come una bella riunione di famiglia per scatenare l'istinto omicida!

Tatiana Vanini ha scritto 11 articoli:

Libri della serie "Commissario Nenè Indelicato"

Le spine del ficodindia – Gaspare Grammatico

Le spine del ficodindia – Gaspare Grammatico

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