Alessandro Robecchi torna in libreria con un’opera molto particolare.
Non è un nuovo capitolo della serie Monterossi, (che comunque arriverà) ma un romanzo che intreccia passato e presente, realtà e finzione, offrendo una riflessione sulla libertà, sulla verità e i suoi limiti.
Il titolo è Le verità spezzate ed è stato pubblicato da Rizzoli.
“La verità non esiste, la libertà è una convenzione, si allarga e si restringe a seconda del periodo storico, dell’ottusità di chi comanda, della volgarità di chi la vieta e la ostacola.”
È questo che pensa il protagonista, Manlio Parrini, un regista settantenne che, dopo un lungo ritiro, decide di tornare dietro la macchina da presa per raccontare la vita di Augusto De Angelis, pioniere del giallo italiano negli anni Trenta. De Angelis, figura realmente esistita, fu vittima della censura fascista e morì in circostanze misteriose nel 1944. Parrini vede nella sua storia un simbolo delle verità spezzate e delle libertà negate.
Mentre Parrini lavora al progetto, un omicidio sconvolge la sua quotidianità: l’anziana vedova Bastoni, sua vicina di casa, viene trovata morta. Questo evento porta il regista a confrontarsi con un nuovo mistero, parallelo a quello di De Angelis, creando un gioco di specchi tra passato e presente.
Robecchi costruisce un giallo nel giallo, dove le due trame si riflettono e si influenzano a vicenda. La narrazione è arricchita da una profonda analisi dei condizionamenti sociali e politici che limitano la libertà individuale, sia nel passato fascista che nell’epoca contemporanea. Un invito a interrogarsi su quanto le verità possano essere manipolate e su come le libertà, una volta spezzate, lascino cicatrici profonde.
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