Serena, soprannominata da tutti “lo squalo biondo”, è una broker di successo, cinica e spietata. Per lei esiste solo la carriera e “gli altri” sono visti o come avversari da sconfiggere o come persone da utilizzare e manipolare. Il sesso è puro passatempo e soddisfacimento dei propri bisogni. Certo è che tra i suoi obiettivi la parola maternità non è contemplata. Ma il destino, si sa, gioca brutti scherzi e così l’arrivista Serena, pur non avendo alcun istinto materno, dovrà fare i conti con un esserino di nome Aurora. La bimba è talmente simile a lei (unica eccezione: una cascata di riccioli biondi) che Serena si definisce un lombrico, cioè l’animale che genera per partenogenesi. Il padre, infatti, è senz’altro uno degli incontri occasionali fatti durante il viaggio a Bali. Ma chi?
Serena crescerà Aurora nel lusso e nel comfort, ma senza l’amore materno perché anaffettiva qual è delegherà, come fanno i manager, questo aspetto al gatto Gas che le ha regalato. Ma quando lo chalet in Svizzera, dove la bimba è in vacanza, brucia… Serena inizia a precipitare nel peggiore degli incubi. E se l’istinto materno che lei ha sempre negato fosse più forte del fuoco, del destino, di qualsiasi cosa nell’universo? E se davvero ci accorgessimo di amare profondamente qualcuno soltanto quando ci appare perduto per sempre?
All’inizio della lettura de L’educazione delle farfalle, e dopo aver ascoltato l’intervista di lancio fatta dallo stesso autore, credevo di trovarmi di fronte a un’opera ben lontana dal genere thriller. Mi sbagliavo. Donato Carrisi, infatti, da abile prestigiatore qual è, ha solo mescolato le carte in tavola e rivoluzionato i suoi soliti canoni. Solo un abile “narratore di storie” (come lui stesso si definisce) riesce a regalarci un romanzo in grado di incollare i lettori alle pagine travalicando i generi e passando da un thriller, a un thriller psicologico, a un mystery e infine a una favola nera per adulti.
Leitmotiv di tutto il romanzo è la maternità, il concetto di famiglia e quello di perdita. Serena dovrà “educare” se stessa a essere madre e purtroppo ci riuscirà solo quando una disgrazia si abbatterà sulla sua vita.
«C’erano vari modi per reagire alla perdita di un figlio. C’era chi si faceva travolgere dalla sofferenza. Chi invece iniziava una battaglia rabbiosa e insensata col resto del mondo. E chi si rassegnava a trascorrere il resto dell’esistenza con un ospite silenzioso, invisibile agli altri, che ti pedina ovunque e non ti lascia mai solo, perché il suo unico scopo è impedirti di dimenticare.»
Ho amato molto il personaggio di Serena, frutto di una società che ci vuole sempre al top e che è pronta a sgambettarci appena abbassiamo la guardia, ma anche quello di Adone Sterli che funge quasi da elemento catalizzatore di tutta la storia.
A mio avviso, L’educazione delle farfalle è un viaggio emozionale nei recessi del cuore umano, un’esplorazione delle paure e dei desideri che risiedono in ognuno di noi.
«Se pensate che certi orrori siano roba da mostri, allora non sarete mai al sicuro, e non saranno al sicuro nemmeno i vostri figli. Alcuni esseri umani sono capaci di cose indicibili. Lo so che non riuscite a capire. Anzi, spero che non ci riusciate mai. Perché, se dovesse accadere, allora vorrebbe dire che vi trovate nella mia stessa condizione e che non siete stati in grado di proteggere qualcuno che amate. C’è qualcosa di peggio del dolore per una tragedia: il senso di inadeguatezza per non averla saputa impedire, ora lo so.»
In conclusione, Carrisi ha creato una storia potente e commovente che emoziona e fa riflettere sul significato dell’amore e della famiglia.
Grande maestro!
Chi è Donato Carrisi
Donato Carrisi è un autore, sceneggiatore e giornalista italiano. Dopo aver studiato giurisprudenza, si è specializzato in criminologia e scienza del comportamento. È regista oltre che sceneggiatore di serie televisive e per il cinema. È una firma del Corriere della Sera ed è l’autore dei romanzi bestseller internazionali (tutti pubblicati da Longanesi) Il suggeritore, Il tribunale delle anime, La donna dei fiori di carta, L’ipotesi del male, Il cacciatore del buio, La ragazza nella nebbia (dal quale ha tratto il film omonimo con cui ha vinto il David di Donatello per il miglior regista esordiente), Il maestro delle ombre, L’uomo del labirinto (da cui ha tratto il film omonimo), Il gioco del suggeritore, La casa delle voci, Io sono l’abisso, La casa senza ricordi, La casa delle luci e L’educazione delle farfalle.
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