L'equazione del cuore - Maurizio de Giovanni

Quante volte ci convinciamo di non essere in grado di compiere un gesto perché non lo riteniamo  nelle nostre corde oppure perché non ce ne sentiamo all’altezza? Quante volte, inconsapevolmente o consapevolmente, ci nascondiamo dietro insicurezze che ci portiamo dentro e che spesso sfruttiamo come pretesto per non osare?

Il signor Massimo De Gaudio, vedovo e in pensione, vive su un’isola del Golfo di Napoli. Trascorre il tempo immerso nelle proprie cadenzate abitudini quotidiane e nella rassicurante solitudine che si è creato attorno. Le sue uniche compagnie sono la pesca e la matematica, materia che ha insegnato per una vita e che, con il suo ordine universale, la sua inconfutabile linearità e la precisa esaustività dei propri calcoli logici non lascia spazio a fraintendimenti o interpretazioni, ed è uno specchio della sua indole schematica e solitaria.

Quando dal Nord Italia gli giunge la notizia del tragico incidente automobilistico a seguito del quale la figlia e il genero hanno perso la vita, e Checco, il nipote di nove anni, è rimasto in coma, Massimo deve infrangere la confortante routine e recarsi al capezzale del piccolo. Come quegli animali cresciuti in uno zoo, che per anni hanno conosciuto solo lo spazio ristretto della gabbia e, se liberati, incontrano non poche difficoltà nell’orientarsi nelle grandi distese, Massimo è costretto a interagire con dinamiche e con un mondo di relazioni e affetti che gli sono pressoché sconosciuti. Con il passare dei giorni, gli iniziali smarrimenti e goffaggini verranno sostituiti da una maggiore apertura e da sentimenti quasi del tutto nuovi per lui, che mano a mano faranno breccia nel suo guscio protettivo. E la sensazione che l’incidente nasconda ben più di quello che appare gli offrirà ulteriore impulso per far luce sugli eventi e, al contempo, comprendere se stesso e le proprie attitudini.   

L’equazione del cuore”, dello scrittore napoletano Maurizio de Giovanni, noto anche nelle vesti di sceneggiatore e drammaturgo (dalla sua penna sono nati, tra gli altri, il Commissario Ricciardi e “I bastardi di Pizzofalcone”), è un romanzo semplicemente emozionante. È una storia sulle certezze e convinzioni che in gran parte ci forgiamo a mo’ di corazza, e sulle fragilità insite in noi stessi che, al contrario, cerchiamo di nascondere come polvere sotto il tappeto. È una storia sul coraggio, che il più delle volte non si manifesta con un’impavida e roboante azione sotto gli occhi di tutti, bensì con uno sforzo interiore apparentemente silenzioso e non meno faticoso, che fa leva e trae energia proprio dalle stesse paure.

L’equazione del titolo è il fulcro della narrazione, e se ne percepisce la costante presenza anche se la spiegazione, espressa in modo magistrale, avviene nel finale. Di conseguenza, a entrarvi nel merito rischierei di dire inesattezze e fare figuracce (oltre a rovinare la lettura), tuttavia un accenno seppur generico lo ritengo essenziale. Essa si riferisce a una delle basilari equazioni su cui è incentrata la meccanica quantistica, ultima frontiera della fisica moderna, tutt’oggi sotto molti aspetti ancora ignota agli scienziati, e con la quale si vuol descrivere le regole che governano le principali interazioni tra le particelle che costituiscono, a livello infinitesimale, la materia e l’ambiente che ci circonda.

Questa equazione riguarda le interconnessioni, le reciprocità tra particelle, tra sistemi, tra elementi naturali a contatto tra loro. Metaforicamente, tra esseri umani.

Esseri umani che si respingono e si attraggono.

Esseri umani paradossalmente divisi dalle certezze ma uniti nelle fragilità.   

Esseri umani che, come la fisica quantistica, risultano ancora tanto misteriosi nella loro tendenza a toccare il fondo e a distaccarsi l’uno dall’altro, tuttavia così altrettanto meravigliosamente disposti nello svelare la propria capacità di realizzare cose straordinarie.     

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L'equazione del cuore
  • Editore: Mondadori
  • Autore: Maurizio De Giovanni

Articolo protocollato da Damiano Del Dotto

Mi chiamo Damiano, abito a Pistoia, sono sposato con Barbara e sono più vicino ai 50 anni che ai 40. Poche cose colloco nella memoria come il momento temporale e il libro che in qualche modo mi ha cambiato la vita e mi ha infuso la gioia della lettura: avevo 11 anni, frequentavo la prima media e il romanzo è IT di Stephen King. Da allora non posso fare a meno di questa passione viscerale che mi accompagna quotidianamente. Si sente spesso dire che siamo la somma delle nostre esperienze. Allo stesso modo credo che l'amore che provo per la vita sia la somma dei libri che leggo.

Damiano Del Dotto ha scritto 51 articoli: