Linferno è vuoto - Giuliano PesceDa poco edito da Marcos Y Marcos, dopo aver debuttato al Salone del Libro di Torino, recensiamo oggi al Thriller Café “L’inferno è vuoto” di Giuliano Pesce.
È con una domenica a dir poco particolare che si apre questa storia rocambolesca e, a tratti, surreale: il Papa si suicida buttandosi dal balcone, durante l’Angelus, in mezzo ai fedeli, e Roma affonda nel caos. Intanto a Milano, Fabio Acerbi – agli ordini di una grande casa editrice – corre a prendere il treno per raggiungere la capitale: il “Boss” gli ha commissionato un libro d’inchiesta sulla morte del Pontefice garantendogli l’aiuto di una fonte interna e segreta del Vaticano, disposta a parlare. Per il protagonista, giovane di belle speranze che sogna di scrivere un best seller, sembra l’occasione tanto attesa.
Poi c’è Alberto Gasman, che voleva fare l’attore, e che invece si ritrova a lavorare per Il Cobra, spietato e crudele capo indiscusso della malavita romana. Il compito di Alberto consiste nel ricevere una telefonata, prelevare l’ospite di turno e portarlo in giro per locali, ma stavolta qualcosa è andato storto: si sveglia in una saletta dell’Hype Club alle prese con visioni fluorescenti, il cadavere di un presentatore televisivo stroncato dalla cocaina e una minorenne in guai seri. Il Cobra non lo paga certo per questo, ed è la volta che lo punirà.
È martedì, la nipote del prefetto è scomparsa e spuntano cadaveri in ogni angolo. Il commissario Giorgio De Santis balza da un verbale all’altro, spiritato: i misteri danno senso all’esistenza e a lui è scoccata la scintilla, oltre a una terribile emicrania.
Qualcosa lega Fabio Acerbi, il Cobra e Alberto Gasman. E chi è questa donna di rara bellezza, dagli occhi verdi e ferini, i capelli rossi che cadono sulla schiena come lava incandescente, il collo leggero e fragile, e un neo sulla guancia da baciare?
Un romanzo ottimamente congegnato quello che propone questo giovanissimo autore: la trama accattivante è fondata su molteplici vicende che si sviluppano e collegano nell’arco di tre giorni conferendo un ritmo frenetico e costante fino all’ultima pagina. Imprevisti e situazioni improbabili e bizzarre arricchiscono e completano la narrazione.
Lo stile è fresco, moderno e spesso ironico. Giuliano Pesce utilizza poche descrizioni per lasciare spazio a dialoghi curati e “cinematografici”: i battibecchi tra Bara e Beccamorto, due personaggi singolari, fuori dal comune, sono perle di umorismo e saggezza popolare.
È comunque una gangster story, non mancano quindi crimini, passioni, traffici di droga ed esseri umani, prostituzione, corruzione e sparatorie. Molto bravo l’autore, a mio parere, a mantenere l’equilibrio tra crudeltà e bellezza, serietà ed ironia, morte e vita, illusione e speranza.
I personaggi sono numerosi e abilmente ritratti: ognuno di loro giocherà un ruolo fondamentale all’interno del racconto, inseguendo sogni, desideri, successo e vendetta che si intrecciano fino ad arrivare al finale insospettabile.
«Il lieto fine? Quello esiste solo nelle favole. La vita è una merda; e poi si muore»

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L'inferno è vuoto
  • Pesce, Giuliano (Autore)

Articolo protocollato da Francesca Mancini

Lettrice appassionata di gialli, thriller e noir da sempre, amo molto anche le serie TV dello stesso genere e di scienza di confine. Ho una passione sfrenata anche per la musica anni ’80, il buon vino, il mare, la famiglia, gli amici veri e la comunicazione non verbale.

Francesca Mancini ha scritto 75 articoli: