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La quiete di Milano viene spezzata da una violenta sparatoria in pieno centro. Un sicario in moto, nascosto dietro un casco integrale, apre il fuoco su due uomini: il noto conduttore radiofonico Michele Carras e l’imprenditore Giovanni Fontana. Il killer si dilegua senza lasciare traccia, con i due uomini a terra e in gravi condizioni.
A intervenire sul luogo è il vicequestore Loris Sebastiani. L’uomo e la sua squadra scopriranno, ben presto, che le telecamere della zona non hanno registrato alcunché. Manomesse?
I poliziotti brancolano nel buio perché le due vittime non sembrano aver nessun legame tra loro. Al vicequestore, quindi, occorre il consueto aiuto dell’amico ed hacker Radeschi. Ma Enrico è in tutt’altra faccenda affaccendato: è a Venezia per aiutare Chrestos, il Danese, a ritrovare la figlia scomparsa che lui è fermamente convinto sia ancora viva.
Anche in questa nuova avventura, al fianco di Radeschi c’è la sedicenne peruviana Liz che ormai lo segue ovunque. La ragazzina, una giovane hacker brillante e determinata, aiuterà Enrico nelle indagini decisa a dimostrare il proprio valore e, perché no, a superare il maestro.
E Radeschi la lascia fare anche perché la morte di Amanda e la perdita del fidato cane Buk l’hanno fiaccato nell’animo e nello spirito. Non è raro trovare, all’interno della narrazione, numerose riflessioni del “nostro” sul suo essere ormai stanco di una vita che lo ingabbia e gli toglie la libertà.
«Non avere costrizioni di nessun tipo: ecco cosa significa essere liberi. Io, al contrario, sono sempre dentro qualcosa. Una stanza, un ruolo, una casa, un lavoro che non mi va più di fare, un’auto, una situazione stressante…»
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All’inizio della vicenda, Radeschi si limiterà a seguire le indagini del vicequestore a distanza, ma poi si vedrà costretto a tornare a Milano, ovviamente con la fidata Liz che… E mi fermo qui!
Con L’innocenza dell’iguana, Paolo Roversi torna a catturare i lettori con un thriller serrato e ricco di colpi di scena che mescola investigazioni tradizionali, hackeraggio e il lato più oscuro dell’animo umano.
Come ho detto prima, qui troviamo il giornalista triste e malinconico che non si vergogna di versare qualche lacrima nel ricordo del suo tanto amato labrador.
«Non passa mai, eh?» mi domanda quando mi sono ricomposto.
«Cosa intendi?»
«Il dolore. La mancanza.» «Dire addio a un cane che ha vissuto anni con te è come perdere una persona cara. Il dolore forse sbiadisce un po’, ma non se ne va del tutto. Dovresti saperlo.»
Anche se la giovane peruviana sembra sostituire brillantemente l’operato di Enrico, io mi auguro di ritrovare presto ciò che è sempre stato: un giornalista sì, ma anche un hacker di quelli bravi, con la mente che corre veloce come la sua tastiera.
Dinamico, intrigante e brillante come sempre!
Consigliato.
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- Roversi, Paolo(Autore)