Già da qualche mese è uscito, per Newton Compton, L’istinto del gatto di Sonia Sacrato, il secondo romanzo della fortunata e godibilissima serie che vede come protagonisti Cloe Damiani – professoressa di storia dell’arte senza incarico fisso e quindi girovaga – e Pablo, il suo gattone nero coccoloso, intelligente e non privo di spirito d’iniziativa.
Avevamo lasciato la nostra Cloe ad Alba, con un cold case risolto alle spalle ed alle prese con una serie di dilemmi amorosi affatto semplici da districare. E qui, in effetti, la ritroviamo ad inizio romanzo, con le valigie pronte, una storia amaramente conclusa e un uomo che, dopo averle scompigliato la vita, ora è uccel di bosco. Prima di tornare temporaneamente a Vas, il paesino d’infanzia teatro del primo giallo, La mossa del gatto, Cloe fa tappa per qualche giorno a Torino, nella mansarda della sua amica Cristina, che conta di rifocillarla a suon di meringhe. Ed è qui che Cloe viene a conoscenza di una vicenda curiosa: un violino in pessime condizioni è stato spedito dal carcere di Torino, più di un anno prima, a qualcuno che lo ha rifiutato. Ora, quel violino è nelle mani di Cristina che, insieme al nipote Alex, stagista in una rivista online, vorrebbe saperne di più: all’interno della custodia, infatti, c’è un biglietto del cinema Statuto, relativo ad un giorno molto particolare. Ovvio che Cloe, incuriosita dalla cosa, non possa fare a meno di cominciare ad indagare insieme ad Alex, solo che questa storia s’incrocia con un’altra che li porterà a rischiare molto: una persona che hanno incontrato per saperne di più sul violino è stata trovata morta poco dopo. Chi ci sarà dietro? Le due storie saranno forse legate? A chiarire molti dubbi saranno le indagini, di cui si occupa la squadra del vicequestore Luca Ferraris, poliziotto meticoloso, preparato e pure bello, come avrà modo di constatare Cloe.
Devo dire che, se il primo romanzo di questa serie mi era piaciuto, ma vi avevo riscontrato alcune pecche (ambientazione un po’ troppo costruita, trama un po’ troppo rosa, scrittura vagamente approssimativa), questo secondo capitolo mi è parso molto migliore: Cloe è più stabile, più matura (sempre un po’ pazza, s’intende, ma più assennata); il ruolo del gatto, Pablo, è credibile e discretamente funzionale alla trama, l’indagine mi è parsa più interessante ed un po’ meno improvvisata, fatto questo da attribuire certamente all’ambientazione del caso nel presente. Anche l’ambientazione cittadina mi è sembrata più credibile rispetto a quella, pure pittoresca ma certamente più costruita, del paesino del primo romanzo. Quanto alla scrittura, l’ho trovata più curata e mi è sembrato che l’autrice abbia acquisito più sicurezza e forse più confidenza con i suoi personaggi: inevitabilmente la piacevolezza della lettura ne ha grandemente giovato. Anche la percentuale di elementi rosa, pure presenti in questo libro, è diminuita e meglio dosata rispetto al volume precedente, cosa che ha dato al libro maggior equilibrio tra elementi sentimentali e gialli.
In definitiva, L’istinto del gatto è un buon Cozy mistery che fa progredire la serie imprimendole una virata verso il giallo. Attendiamo i prossimi volumi per gli ulteriori sviluppi, con più aspettative rispetto al passato.
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Articolo protocollato da Rossella Lazzari
Libri della serie "Cloe e il suo gatto Pablo"
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