Bentrovate e bentrovati al Thriller Café! Il libro che vi presentiamo oggi è nuovo, ma allo stesso tempo è un classico: si tratta della raccolta di racconti “L’occhio dell’assassino”, edita da Rizzoli e curata da Luca Crovi. Come spiega il sottotitolo, il volume costituisce un viaggio nella mente criminale nei racconti di venti maestri, tra cui vengono messe in evidenza alcune eccellenze nostrane come Andrea Camilleri, Massimo Carlotto, Maurizio de Giovanni.
In realtà, però, il viaggio che ci propone il curatore Luca Crovi parte da molto più lontano e segue un filo cronologico che accosta giallisti classici ad autori “insospettabili” e raramente accostati al genere. È così che, in questa lunga teoria di racconti più o meno lunghi, potrete incontrare l’illustre Gustave Flaubert di fianco ad Arthur Conan Doyle, oppure il tedesco E.T.A. Hoffmann, più celebre per i suoi racconti fantastici, accanto ad Edgar Allan Poe, considerato il padre della detective story moderna, e poi ancora tanti autori che abbiamo incontrato sui banchi di scuola, come Italo Svevo, Luigi Pirandello oppure Giovanni Verga, o ancora star della letteratura internazionale, come Anton Cecov, Charles Dickens o Guy de Maupassant.
L’intento del curatore viene illustrato nella magistrale introduzione: “Ogni epoca ha avuto i suoi assassini e i suoi cantori, e in quest’antologia abbiamo scelto di raccogliere alcuni testi esemplari in cui scrittori molto diversi tra loro hanno scelto di narrare i sentimenti, l’agire e ciò che vedono gli occhi di un omicida. Uno sguardo che non è mai lo stesso prima e dopo il gesto violento. Una visione che può essere lucida o allucinata, piena di lacrime, di rabbia o di follia.” Come un DJ esperto, Luca Crovi mette sul piatto di questo giradischi letterario canzoni e ritmi diversi, regalandoci un’inquietante ma affascinante discesa nell’inferno della mente dell’assassino.
Il merito di questa antologia, a mio parere, è proprio offrirci un’esperienza di lettura piuttosto lontana dai soliti schemi e dalla “comfort zone” dei thriller contemporanei, che spesso rispondono a logiche di mercato piuttosto stringenti. Certo, va anche detto che la lettura non è sempre agevole: i ritmi ottocenteschi di alcuni dei racconti citati rischiano di sfiancare il lettore assuefatto all’adrenalina delle narrazioni contemporanee. Di sicuro, però, in mezzo a così tanta scelta, troverete qualcosa di vostro gusto. Il mio preferito, ad esempio, è un racconto breve di Leonardo Sciascia dal titolo Western di cose nostre, un vero e proprio gioiello nascosto di cui non avevo mai sentito parlare e che mi ha veramente stupito.
Buona lettura!
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