Con L’orecchio di Malco di Pieter Aspe torna in azione “il commissario più famoso del Belgio”, quel Van In che avevamo incontrato l’ultima volta nel 2014 in Sangue Blu.
L’orecchio di Malco è apparso in lingua originale nel 2015 con il titolo Het oor van Malchus ed è ora pubblicato da Fazi Editore, che ha curato tutti i volumi di Pieter Aspe, con la traduzione dal nederlandese di Ciro Garofalo.
Il thriller poliziesco di questo scrittore belga riflette e dialoga, come capita sempre più spesso a molti autori e con particolare frequenza in quelli europei, con lo stato di crisi mondiale e con quella che viene generalmente percepita come la decadenza dell’Europa.
In questo caso Aspe utilizza un ribaltamento molto potente per sottolineare quello che, con una visione condivisa da molte altre persone, è uno dei pericoli più gravi per la stabilità europea, ovvero l’Islam più radicale e il terrorismo di matrice islamica.
Ne L’orecchio di Malco il rovesciamento è rappresentato dal fatto che a seminare odio, violenza e terrore è una setta di fanatici cattolici: l’idea è doppiamente efficace in quanto ci ricorda che qualche secolo fa, con le Crociate, fu proprio questa religione a portare l’orrore in terre lontane.
Il commissario Van In e il suo fido braccio destro Versavel cominciano a indagare su una serie di accadimenti anomali, quali per esempio una donna che viene trovata, senza vestiti e in stato confusionale, all’interno del parco, senza ricordare come abbia fatto a ritrovarsi in quelle condizioni. Con l’accumularsi di questi singolari accadimenti diventa chiaro ai due di trovarsi di fronte a una setta di fanatici cattolici.
Il gruppo, forte di importanti collegamenti nel mondo della finanza e della politica, ha un piano tanto surreale quanto lungimirante: eliminare ogni fonte di tentazione sessuale, cancellare ogni forma di diseguaglianza economica, distruggere la corruzione mondiale e preparare la via per una nuova forma di teocrazia basata sul principio del sacrificio. Questi terroristi cattolici sono disposti a ogni tipo di azione, comprese quelle violente, pur di perseguire i loro scopi, e questa loro convinzione li porta a una serie di atti sempre più drammatici e impressionanti.
L’escalation terroristica non tarda a propagarsi da Bruges al resto del Belgio: giornali e televisione sono pronti a offrire ampio spazio agli accadimenti e la situazione appare sempre più fuori da ogni controllo, fino a quando i terroristi osano un gesto impensabile e sequestrano Hallenore, moglie dell’ispettore e a sua volta giudice istruttore. Fra citazioni bibliche, rituali impressionanti e atmosfere apocalittiche, l’ispettore Van In e Versavel dovranno far conto su ogni risorsa di calma ed equilibrio per affrontare una minaccia in grado di destabilizzare l’intero Paese.
Troppo spesso il commissario Van In è stato pigramente paragonato a Maigret, per un insieme di motivi tanto comprensibili quanto poco reali, sintomo di una stampa fin troppo veloce a stabilire facili equazioni sulla base di pochi punti comuni.
Si tratta di due personaggi ben diversi fra loro, ognuno meritevole di approfondimenti ed esplorazioni da parte del lettore curioso. E L’orecchio di Malco può essere una grande occasione per cominciare a conoscere il personaggio più importante di un autore che, a partire dal suo esordio nel 1995, ha già accumulato una trentina di titoli in bibliografia.
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