Una villa nobiliare sui colli di Roma, una famiglia perfetta, gli Ordelaffi, composta da papà, un ricco manager, mamma, una donna d’alta società, e due splendide bambine gemelle Lucrezia e Lavinia, intelligenti, educate e vivaci. Nella villa lavorano Gaetano, il giardiniere tuttofare, Angelina, l’anziana governante e Giulia, un’assistente personale che si occupa di gestire l’andamento di questa grandiosa tenuta. Cosa può completare questo quadro pressoché da sogno meglio di una giovane istitutrice, che giunge alla tenuta per tenere compagnia alle bambine? Una Jane Eyre dei nostri giorni, animata da entusiasmo, armata di pazienza, pronta ad accompagnare le gemelle in un’estate di crescita in attesa della scuola.
Questo è il punto di partenza del romanzo “Loro” di Roberto Cotroneo, edito da Neri Pozza, che si sviluppa in poche pagine con un ritmo serrato e toni che diventano sempre più cupi, mano a mano che la trama procede. Il punto focale della narrazione è l’ambiguità del bene e del male, e il confine troppo sottile che li separa.
L’arrivo di Margherita B., come da lei stessa raccontato in questo romanzo scritto sotto forma di memoriale, sembra in realtà la crepa che fa incrinare questo idillio, fin dal momento in cui la ragazza, giungendo presso la villa, si rende conto che è una costruzione inquietante interamente composta da pareti di vetro. Gli eventi precipitano quando Margherita scopre la presenza di un tempietto dedicato ad Ecate nel boschetto poco lontano dalla villa. Una serie di fatti strani e inspiegabili scaturiscono dall’aura di oscurità emanata da quel luogo mistico: apparizioni dei precedenti proprietari della villa morti di morte violenta, che tutti conoscono ma di cui nessuno vuole parlare chiaramente. Solo Margherita e le gemelle sembrano vederli e quando lei cerca di ricostruire i fatti legati a quel luogo, ogni personaggio coinvolto racconta una versione diversa. Peggio ancora, le gemelle sembrano avere un contatto con quelle presenze, interagire con loro, e Margherita si sente in dovere di salvarle.
A tutto ciò si aggiunge la figura ambigua del giardiniere Gaetano, che sembra essere ovunque e comparire dal nulla, l’assistente Giulia, che sparisce misteriosamente dall’oggi al domani, l’alcolismo della padrona di casa e l’attrazione latente tra Margherita e il padre delle gemelle. Insomma, la frase che continua a comparire nella mente mentre si legge il romanzo di Roberto Cotroneo è: “tutto troppo perfetto”. Non solo la vita degli Ordelaffi, ma l’intera narrazione: tutto ci porta a seguire la trama più ovvia, quella con la grande suspense e i colpi di scena in stile The Others, ma i lettori più allenati sanno bene come diffidare dalle apparenze da ghost story.
Sherlock Holmes sosteneva che una volta eliminato l’impossibile, ciò che rimane, per improbabile che sia, deve essere la verità. Il problema è che in questa vicenda è molto difficile distinguere ciò che è impossibile. In questo romanzo dall’atmosfera quasi neogotica, Roberto Cotroneo dissemina tutti gli elementi utili per capire la soluzione prima della scena finale in cui Margherita fugge dalla villa attraverso il giardino sotto una pioggia torrenziale, lasciandosi alle spalle quella costruzione di vetri che tutto è fuorché realmente trasparente. Tuttavia, l’autore è abile a nascondere gli indizi utili nel flusso di tensione, angoscia, incredulità e illusioni, e quando rovescia le carte in tavola con un colpo di mano è troppo tardi. Come nel film Labyrinth, anche in questo romanzo niente è come sembra e i labirintici corridoi della villa-specchio diventano i meandri della psiche umana.
Un concetto fra tutti torna spesso, più per confondere lei idee che per indirizzare il lettore: la sindrome di Korsakoff, una forma di psicosi che comporta una degenerazione neuronale. Si manifesta con confusione, cambiamenti comportamentali, e deficit di memoria che sono colmati da falsi ricordi e resoconti immaginari. Ma c’è qualcuno in quella casa che ne soffre veramente o è tutto parte del torbido incantesimo di morte che lega le apparizioni, le gemelle, il giardiniere e il tempietto di Ecate?
Recensione di Arianna Piazzi.
Ti è piaciuto l'articolo? Iscriviti alla newsletter
Inserisci la tua email e riceverai comodamente tutti i nostri aggiornamenti con le novità, le anticipazioni e molto altro.