La perdita improvvisa e inaspettata di ciò che si ha di più caro per mano di un assassino cruento e senza scrupoli. La morte, il vuoto, la perdita e il perdono. Questi i temi principali di questo intenso romanzo di Massimo Carlotto, in cui il maestro del noir italiano abbandona per un attimo i suoi personaggi seriali come l’Alligatore per raccontare una storia dura ed emotivamente coinvolgente.
Il racconto comincia con una rapina, due complici armati e a volto coperto tentano un colpo ma qualcosa non va come previsto, arriva la polizia, uno dei due riesce a scappare l’altro prende in ostaggio una donna con un bambino e finisce per ammazzarli. Sono la moglie e il figlio di Silvano Contin, stimato e brillante imprenditore che vede la sua vita stravolta in un giorno. Il figlio muore sul colpo, la moglie prima di morire in ospedale riesce a proferire poche parole sull’oscurità della morte. Da quel giorno in poi per Contin comincia una nuova vita fatta di rabbia e dolore e una continua ricerca del complice della rapina mai ritrovato dagli inquirenti. Col passare degli anni le cose vanno sempre peggio, cambia lavoro, si lascia andare e il suo aspetto fisico è sempre più trasandato, si isola dal mondo, non ha più amicizie e perde ogni voglia di vivere. Nel frattempo uno dei due banditi, Raffaele Beggiato, viene condannato al massimo della pena perché si rifiuta di collaborare e fare il nome dell’altro complice scappato con il bottino. In carcere si ammala di cancro, gli restano pochi mesi di vita e insieme al prete del carcere decide di scrivere una lettera di perdono a Silvano Contin in modo da ottenere la libertà prima di morire. Contin roso dall’odio e dal desiderio di vendetta vorrebbe negare ogni possibilità di perdono ma poi coglie l’occasione per elaborare un sadico piano di punizione per quelli che ritiene colpevoli di avergli rovinato la vita.
Comincia così una storia nella storia dove l’autore scava nella mente dei protagonisti: Beggiato e Contin, utilizzati come le voci narranti del romanzo. Carlotto riesce a costruire due personaggi apparentemente antitetici entrambi votati al male ma su due piani differenti. Beggiato criminale incallito, mai pentito dei suoi reati, incontrando Contin intuisce come il male si sia impadronito dell’anima della sua vittima. Di Beggiato emerge la personalità senza scrupoli non prova empatia per le sue vittime ed è pronto a tutto pur di raggiungere il suo scopo. Nel corso della narrazione il suo personaggio ha un’interessante evoluzione che lo porta verso un epilogo quasi inaspettato. Contin invece è il classico uomo che si sente ormai realizzato, ha un bel lavoro, una moglie che ama, un bambino piccolo che completa la famiglia. L’evento tragico lo sconvolge a tal punto da non riuscire più a reagire, l’odio cresce sempre più dentro di lui e lo degenera trasformandolo in una persona cinica e malvagia.
Massimo Carlotto descrive come pochi la malvagità dell’animo umano come già aveva fatto con il personaggio di Giorgio Pellegrini, il re delle canaglie di molti suoi romanzi precedenti, anche in questo libro riesce a tratteggiare con maestria il profilo di due persone cattive, marce dentro, e lo fa partendo da presupposti diversi. Un delinquente abituale che ha passato molto della sua vita in carcere e un uomo perbene incattivito dalla vita e dall’ipocrisia che lo circonda. Il linguaggio utilizzato dallo scrittore padovano è quello a cui ha abituato i lettori dei suoi romanzi noir, duro e asciutto con pochi fronzoli e un fluire della trama molto scorrevole. Il tema affrontato dal romanzo è molto delicato e fa riflettere, il perdono, davanti a una tragedia così grave continuare a vivere e trovarsi di fronte dopo tanti anni chi è stato causa di tanto dolore. Ognuno affronta la perdita in maniera diversa, non tutti ce la fanno, una disgrazia può segnare la vita di chi resta e cambiarla per sempre, incidendo a volte in maniera solo negativa. La redenzione dell’autore del delitto è un altro elemento di difficile interpretazione, sia per l’autore del gesto che per chi ha subito un ingiustizia. Il percorso che porta al pentimento non è via così semplice come sembra e lascia aperti molti dubbi sulla reale sincerità di chi lo professa. Carlotto preferisce riportare i fatti così come sono vissuti dai personaggi, i loro sentimenti, anche i più brutali, sono esposti senza filtri al lettore che può interpretarli come maglio crede senza che ci sia l’autore ad indirizzarne il giudizio.
Un romanzo che affronta senza timore questioni di grande interesse e dai contenuti delicati: la morte, la perdita, il perdono, la giustizia, la vendetta e la redenzione. Ne esce fuori un romanzo solido e denso di emozioni che scuote il lettore. Nonostante la scelta dell’argomento sia una delle più difficili, ancora una volta la scommessa di Carlotto è vinta, regalandoci uno dei suoi migliori romanzi in assoluto.
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- Massimo Carlotto (Autore)