Se chiamaste lo studio del nostro protagonista, probabilmente lui vi risponderebbe così: “Agenzia investigativa Elvis Cole. Indagini firmate a prezzi stracciati. Sconti e promozioni.” Con l’ironia che lo contraddistingue e la grande capacità di tessere trame, cari avventori del Thriller Café, oggi parliamo di Robert Crais e del suo ultimo romanzo Luci su Los Angeles, edito da Mondadori.
“Bene, signora Schumacher, in cosa posso esserle utile?”
“Lei ritrova le persone scomparse.”
Una constatazione.
“Sì, tra le altre cose. Noi offriamo un’ampia gamma di servizi.”
Noi. L’investigatore privato che si presenta come una multinazionale.
“Mio figlio è stato rapito. Vorrei che lei lo ritrovasse”.
Avvicinai a me un bloc notes giallo.
“Stiamo parlando di un minorenne?”
“Josh ha ventisei anni. Joshua Albert Schumacher.”
La ricerca del ragazzo è il caso sul quale si concentra Elvis Cole, dopo che la mamma di questi ha sfoderato le sue armi migliori: un assegno sostanzioso e la presenza di due guardie del corpo professioniste.
Cole non avrebbe avuto nessuna intenzione di impegnarsi in un caso bizzarro come quello, con una madre preoccupatissima che il figlio, blogger e giornalista, possa essere stato rapito addirittura dagli alieni. Brutto affare, indubbiamente, ma poco verosimile.
Dunque Cole compie con una qualche ritrosia tutti i primi passi necessari per conoscere la vita e la personalità del ragazzo, oltre che tracciarne i movimenti nel giorno della scomparsa: si mette in contatto con la detective di Los Angeles Veronica Largo che per prima ha raccolto la denuncia della signora Schumacher e ha investigato sulla scomparsa (senza grande convinzione né esito, in verità), bracca Skylar, l’amica di Joshua, che per ultima l’aveva visto la sera della scomparsa e interroga Ryan Seborg, l’amico e socio di Joshua in merito alle loro indagini “segrete” relative anche a progetti governativi riguardanti avvistamenti alieni.
“Esploravamo argomenti su cui i media più commerciali tacciono. Programmi governativi, cospirazioni industriale, cose così. E sì, anche gli UFO. Palavamo di veicoli precipitati e catturai, ingegnerizzazione inversa della tecnologia aliena, Grigi di Roswell…”
“Cominciavo ad avere mal di testa.
“Grigi di Roswell?”
“Gli alieni ritrovati a Roswell. Grosse teste, occhi grandi, pelle grigia. I Grigi.”
Seguendo le notizie apparse nei podcast dei due ragazzi, Cole si imbatterà negli affari alquanto discutibili legati ad appalti comunali, ma quando alcuni loschi figuri irromperanno minacciosamente in scena, spargendo una scia di sangue, avrà bisogno più che mai di farsi guardare le spalle dal suo amico di sempre, l’ex detective Joe Pike.
Corbin batté il bastone sul pavimento
“Stupido idiota! Altro che giornalista!”
“Lui si considera un giornalista.”
“Pensiero magico! Supponendo che ci sia qualcosa di concreto, avrebbe dovuto rivolgersi alla polizia.”
Annuì lentamente.
“Suppongo volesse farlo di persona.”
Riuscirà Joshua ad avere giustizia?
Raymond Chandler iconico, Crais ironico.
Per quanto Crais sia un professionista di prim’ordine, sia come sceneggiatore sia come scrittore di polizieschi, mi duole dover scrivere che è ancora abissale la differenza tra il suo Maestro e lui. La prosa di Chandler la paragonerei al respiro rarefatto di un uomo che in solitudine vaga nella nebbia, un misto sapiente di mistero e paura, di suspence e azione dilatata. Il personaggio di Crais è brioso e solido ma, dal punto di vista letterario, non mi sembra carismatico come Philippe Marlowe.
Dal punto di vista cinematografico, invece, Crais ha rifiutato di vendere i diritti dei romanzi di Elvis Cole e Joe Pike dichiarando: “Non venderò mai i diritti della serie del mio detective perché l’ho ideato solo per la carta stampata. Elvis Cole è un personaggio che diventa vivo e credibile solo quando raggiunge la mente dei miei lettori. Solo allora il mio eroe diventa qualcosa di unico e ognuno può rappresentarlo come vuole. Mi spiacerebbe sciupare questo rapporto con i miei lettori. Non ho alcuna voglia né di deluderli né di ingannarli“. Tanto di cappello!
Vorrei sottolineare un piccolo particolare che mi è subito balzato all’occhio, perché ogni scrittore sa quanto sia importante la dedica di un’opera. Ecco, Crais ha dedicato Luci su Los Angeles all’amica Martha De Laurentiis, la moglie di Dino, morta nel 2021 dopo una lunga malattia contro un cancro al cervello. Ma un altro particolare mi ha colpito: ha usato il cognome da nubile di Martha (Schumacher) per il protagonista del suo romanzo, Joshua Schumacher. Un particolare che ho trovato molto toccante.
Ultima annotazione frivola: in una storia scritta da uno sceneggiatore americano non bisogna mai essere l’amico del protagonista, ne convenite? Ѐ un luogo comune talmente consueto da essere divenuto banale. Mi sarei aspettata altro da una grande penna come Crais, che forse in questo romanzo non è stato brillante come in precedenza.
Who is who?
Robert Crais è autore di oltre venti romanzi, molti dei quali hanno come protagonista l’investigatore privato Elvis Cole e il suo partner, l’ex poliziotto Joe Pike. Ѐ stato anche sceneggiatore di alcune serie televisive cult come Miami Vice, Quincy e Baretta.
Per la biografia completa vi rimando a quella a firma Francesco Colò di qualche anno fa.
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Articolo protocollato da Monica Bartolini
Libri della serie "Elvis Cole"
Luci su Los Angeles – Robert Crais
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