La famosa scrittrice statunitense Karin Slaughter (regina del crime internazionale, già nella lista dei “New York Times Best Sellers” e diverse volte vincitrice del “Crimezone Thriller Award”) di recente ha pubblicato il suo ultimo thriller intitolato L’ultima vedova”: oltre cinquecento pagine, edite dalla HarperCollins Italia, tradotte in italiano da Adria Tissoni.
È il 4 luglio del 2019. Siamo ad Atlanta. Michelle Spivey, una ricercatrice specializzata nella prevenzione e nel controllo di pericolose malattie infettive, sta uscendo da un centro commerciale, insieme a sua figlia Ashley. Nel parcheggio viene affiancata da un furgone, dal quale discendono degli uomini che l’assalgono e la rapiscono.
Esattamente un mese dopo, il 4 agosto, l’agente e dottoressa Sara Linton si trova nella villa di sua zia Bella, ad un pranzo domenicale con sua madre Cathy e il suo collega e nuovo fidanzato Will Trent, della Georgia Bureau of Investigation. Alle 13:50 circa, due terribili esplosioni mettono a soqquadro un intero quartiere di Atlanta. Un pennacchio di fumo scuro si alza in lontananza, dietro la linea gli alberi, in direzione del quartier generale dell’fbi e di due grandi ospedali. La sirena della Emory University, che suona in caso di disastri naturali, comincia a ululare. Si tratta forse di un attacco terroristico? Will e Sara (vecchie conoscenze per i lettori abituali della Slaughter) stanno per catapultarsi sul posto, ma incappano in un incidente automobilistico che li rallenta. Si tratta in realtà di una messinscena, organizzata da un gruppo di assalitori. Gli stessi che un mese prima hanno rapito Michelle Spivey. Con altrettanta rapidità stavolta rapiscono Sara e fuggono. Will rimane ferito, ma per salvare la sua amata è determinato a inseguirli fino in capo al mondo.
Il meccanismo per esercitare un forte campo magnetico che catturi il lettore è alquanto dualistico e classico, di quelli che (pur essendo ai limiti del cliché) funzionano sempre: mettere in pericolo i protagonisti; generare una continua lotta contro il tempo; anteporre i cattivi ai buoni; drammatizzare le gesta dell’eroe che – da solo, separato dall’amata e tra mille ostacoli – deve salvare lei e/o una moltitudine umana (perché no, il mondo).
Le premesse sono quelle di un thriller frenetico, al cardiopalma, generatore continuo di colpi di scena, di ansia e angoscia, intervallati da alcune pause che consistono vieppiù in situazioni collaterali, psicologiche o personali di evoluzione dei personaggi (che gli amanti dell’azione forse riterranno troppo lunghe), in perfetto stile Slaughter. La scrittura è fluida, incisiva e veloce, sincopata ad arte e costruita su frasi nette e brevi laddove serva trasmettere inquietudine e affanno. La narrazione è scaltra, forse poco femminile, con improvvisi cambi di ritmo e di direzione.
A più riprese accadrà di assistere alla medesime scene svolte da punti di vista e prospettive differenti, focalizzate attraverso l’osservazione di entrambi i protagonisti o di terzi personaggi – i quali, a proposito, risultano tutti profondamente caratterizzati grazie ad un vissuto e a delle back-stories di consistente spessore , in alcuni casi provenienti perfino da romanzi precedenti. Il lettore non mancherà infatti di immedesimarsi in alcuni personaggi o circostanze, come non mancherà di riflettere perfino su sé stesso. Tuttavia la nostra impressione è che ciò non si trasformi mai in un’autentica introspezione. Pertanto se in un romanzo – pure di genere – cercate cose come l’esaltazione di capacità espressive, una qualche profonda unicità o almeno una forte originalità, l’introversione o delle atmosfere ispirate, allora questo romanzo potrebbe non fare al vostro caso. Se viceversa quello che cercate è un intrattenimento adrenalinico di eccellente qualità commerciale, allora ci sono pochi dubbi sul fatto che questo bel thriller vi lascerà pienamente soddisfatti.
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- Editore: HarperCollins Italia
- Autore: Karin Slaughter , Adria Tissoni
Articolo protocollato da Leonardo Dragoni
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