Tra le tante novità pubblicate di recente, mi ha incuriosito un titolo: L’ultimo uomo buono. Niente rimandi sanguinari, quasi un titolo che potrebbe adattarsi a un romanzo d’amore, e un autore sconosciuto, tale A.J. Kazinski, davvero mai sentito. Stuzzicato, sono andato a leggere la trama e per quanto si evince dalle poche righe riportate, pur non essendo chissà quanto originale, sembra un libro interessante.
Niels Bentzon è un poliziotto diverso dagli altri. Uno dall’arma poco facile, noto in tutta Copenaghen per i suoi metodi non convenzionali. E infatti, anche questa volta, per sventare una rapina con annessa detenzione di ostaggi, decide di entrare nell’edificio disarmato. Con la violenza non s’è mai risolto nulla. Ma Niels non sa cosa l’aspetta. Non conosce la legge ebraica dei trentasei giusti. Trentasei uomini buoni in ogni generazione che si affaccia sul globo terrestre, che impietosiscono Dio fino a impedirgli di distruggere il mondo. Niels non sa che forse anche lui potrebbe rientrare in questo conteggio e che a Copenaghen si aggira un killer intenzionato a eliminare uno per uno gli uomini appartenenti a quella preziosa lista. Uno solo, manca un uomo solo e il mondo sarà distrutto.
A parte le esagerazioni che nel lancio dei thriller si sprecano, il romanzo pare aver conquistato gli editor di diverse case editrici europee e non solo: prima ancora di essere pubblicato in patria (Danimarca) è già stato venduto in 8 paese, tra cui l’Italia, con Longanesi.
Considerando che A.J. Kazinski è lo pseudonimo di una coppia (Klarlund e Weinreich) come Lars Kepler, e che Longanesi pubblica entrambi, c’è da chiedersi se il successo sarà lo stesso…
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